Il Ticchio di appoggio nel cavallo è un disturbo comportamentale sul quale intervenire
Il ticchio di appoggio è considerato una patologia comportamentale del cavallo. Un comportamento stereotipato che spesso viene riscontrata negli esemplari che vivono nei box e fanno attività solo per lavorare in maneggio. Cavalli che non hanno la libertà di movimento né di mangiare quando lo desiderano.
Si tratta di un comportamento con il quale cavallo appoggia i denti incisivi su una superficie perlopiù la porta del
box o la mangiatoia, tirando indietro la testa. Al contempo inarca il collo e ingerisce l’aria e la saliva emettendo una sorta di grugnito.
Un vizio/disturbo comportamentale che ha delle ripercussioni sulla salute del cavallo:
Il ticchio d’appoggio purtroppo può essere trasmesso anche ad altri soggetti che condividono lo stesso spazio.
L’aria segue l’esofago prima di ritornare alla bocca. Non sempre giunge fino all’interno dello stomaco pertanto è stata smentita la correlazione con le coliche.
Tuttavia, l’attività prolungata, provoca anche una perdita di peso nell’animale.
Tale comportamento, come evidenziato nel Vetjournal, si trasforma in una sorta di assuefazione. Non a caso, alcuni studiosi hanno collegato questo disturbo ossessivo in relazione alle beta-endorfine che vengono rilasciate dalla stimolazione dell’esofago.
Tra le ipotesi, negli ultimi anni, è stata evidenziata una relazione fra il ticchio di appoggio e la somministrazione del cibo.
Viene infatti notato che questo comportamento stereotipato si manifesta spesso prima della distribuzione del pasto e aumenta quando viene ritardato.
Nel 2014, nell’ambito della conferenza Society for Equitation Science, in Danimarca, come riporta equestrianinsights, un gruppo di ricercatori svizzeri ha portato alla luce il rapporto stress/alimentazione/aumento del cortisolo, da correlare al ticchio d’appoggio.
Durante lo studio era stato osservato che cavalli che ticchiavano e non avevano mangiato riportavano più alti livelli di stress. Ticchiare potrebbe essere una riposta del cavallo per controllare la situazione e ridurre i livello di cortisolo, rilasciato dallo stress. Secondo quanto dichiarato da Sabrina Briefer Freymond, MSc, dell’Agroscope Swiss National Stud Farm di Avenches ricordando che “il cortisolo è noto come l’ ormone dello stress”.
La frustrazione e l’impoverimento dell’ambiente provocano nel cavallo una reazione che potrebbe anche derivare da un fattore genetico.
Trattandosi di un animale sociale, da branco, con gerarchie, che si muove per procacciare cibo, il cavallo subisce una frustrazione all’interno del box, limitato nello spazio e nella possibilità di cibarsi.
Per intervenire su questo disturbo è importante avviare una terapia per recuperare il cavallo da un punto di vista psicologico.
Si tratta di una patologia che appartiene al campo della medicina comportamentale equina.
La psicoterapia è fondamentale per prevenire anche le ricadute.
Innanzitutto è fondamentale identificare l’origine, lo stimolo scatenante come primo passo per intraprendere un percorso riabilitativo e il cavallo ha maggiori possibilità di guarigione.
Se il cavallo smette da solo in modo spontaneo significa che il ticchio d’appoggio è funzionale per alleviare un tipo di ansia e non compulsivo.
Provvedere a cambiare lo stile di vita dell’animale:
Se il ticchio è collegato all’alimentazione, ovvero se il cavallo inizia ad agitarsi in prossimità dei pasti:
-predisporre una rete con il fieno
-anticipare il pasto con una piccola razione di fieno
-mettere la paglia nel box in modo che si possa distrarre
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C.D.
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