Disperazione, solitudine, senso di smarrimento, perdita degli affetti più cari. A distanza di cinque giorni dal violento terremoto che ha colpito il centro Italia, distruggendo interi paesi, i soccorsi sono ancora al lavoro, mentre migliaia di persone sfollate non hanno più nulla e la loro vita è sospesa.
In questa tragedia, oltre ai volontari che operano nel rimuovere le macerie ci sono i soccorsi che si stanno occupando degli animali quelli degli allevamenti o da cortile, rimasti incustoditi oppure animali domestici rimasti senza padrone vaganti per le città fantasma. Cuccioli salvati dalle macerie diventati a loro insaputa dei piccoli simboli di solidarietà.
C’è ci ha tentato di sollevare delle critiche sottolineando “che si tratta solo di animali“, ma per chi ha perso tutto, quei piccoli esseri rappresentano molto di più di “semplici animali”.
E’ il caso di Daniela, una donna che dopo il terremoto non ha più nulla ed è tornata per cinque giorni nei pressi della sua abitazione distrutta, sotto il campanile di Amatrice, alla ricerca del suo gatto, chiedendo ai vigili del fuoco di ritrovarlo: “Vi prego, ritrovate il mio gatto, mi è rimasto solo lui”.
Lei non ha mai perso la speranza, continuando a cercare il suo compagno peloso, una gattina bianca e grigia di nome Grigia, chiamando senza sosta il suo nome, nel frastuono dei soccorsi. Ma poi, a distanza di cinque giorni ecco che i vigili, al lavoro con le ruspe per aprire in varco tra le macerie hanno notato qualcosa, come se fosse un contenitore di valore, invece si trattava della gatta, la piccola Gioia, ricomparsa tra i detriti, un po’ debilitata ma in buone condizioni. Il video del suo salvataggio ha fatto il giro del mondo, perché quel piccolo essere, insignificante per molti, rappresentava gli affetti più cari per una donna che non ha più nulla: “Quanto è arrivata la scossa sono corsa al piano terra ma quando ho tentato di aprire la porta non ci sono riuscita. C’era qualcosa che la bloccava. Così sono tornata su, ho preso il gatto e ho cominciato ad urlare”, ha raccontato Daniela, spiegando che qualcuno è venuto ad aiutarla, facendola uscire dalla finestra e che da quel momento in poi non ha più rivisto il suo gatto, sommerso dalla seconda scossa che ha fatto crollare il resto della casa.
“Non ho più nessuno non ho una casa e non ho più nulla. Ritrovate il mio gatto”, chiedeva la donna ai vigili del fuoco e come se fosse il destino, a ritrovare Gioia è stato un volontario dell’Aquila che ha vissuto nel 2009 la stessa tragedia, anche lui quel 6 aprile del 2009, ha perso tutto: “So bene cosa vuol dire essere terremotati, cosa si prova quando si perde tutto”.
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