Il primo nido di tartaruga marina della stagione 2023 è toscano: messe in sicurezza le uova trovate sulla spiaggia di Galenzana nell’Isola d’Elba.
Sulla spiaggia di Galenzana all‘Isola d’Elba, la scorsa settimana una donna è uscita per fare una passeggiata in riva al mare di mattina presto quando ha fatto una scoperta entusiasmante. Sulla sabbia erano presenti tracce che assomigliavano a quelle di un animale di dimensioni abbastanza grandi; poco distante dalle impronte, la sabbia era stata scavata e riaccumulata. La donna ha segnalato il ritrovamento alla Capitaneria di Porto, la quale ha avvertito ARPAT, che per conto dell’Osservatorio Toscano per la biodiversità della Regione Toscana è tempestivamente intervenuta per verificare se si trattava di un nido di tartaruga marina.
Le foto di quello che a tutti gli effetti è un nido di tartaruga sono state realizzate da ARPAT, acronimo per indicare l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Toscana, che ha condiviso le immagini sulla propria pagina Facebook all’account social @Arpatoscana.
Come si legge sulla pagina Facebook dell’associazione, la scorsa estate all’Isola d’Elba si era conclusa con una inattesa nidificazione di tartaruga marina nella piccola spiaggia di Sant’Andrea. Lo stesso lieto evento apre la stagione estiva di questo anno, con una nidificazione nella spiaggia di Marina di Campo, nel Comune di Campo dell’Isola d’Elba nel Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
Subito dopo il ritrovamento, il nido di tartaruga comune o tartaruga caretta (nota secondo la classificazione scientifica di Linneo risalente al 1758 con il nome di Caretta caretta, la più comune del Mar Mediterraneo ma diffusa anche nell’oceano Atlantico, nell’oceano Indiano e nell’oceano Pacifico) è stato perimetrato e le uova sono state messe in sicurezza.
Le uova e il nido, collocate nell’area facente parte del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, sono state individuate dall’esperta del Settore Mare di ARPAT, recatasi sulla spiaggia di Galenzana a Marina di Campo per effettuare sondaggi e controlli insieme alla responsabile di Legambiente per il progetto Tartarughe marine. Niccolò Censi, coordinatore della Gestione Associata del Turismo (GAT) e del marchio Visit Elba riconosce come «Questo nuovo evento è per tutti noi una notizia fantastica, un risultato importante frutto delle diverse iniziative che l’Isola d’Elba ha attivato a favore della tutela del territorio e della sua biodiversità, una risorsa preziosa che rende quest’Isola il luogo ideale per una vivace e originale varietà di fauna selvatica». Niccolò Censi riscorda come l’Isola d’Elba sia «il cuore del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, un’area protetta che si estende per circa 180 kmq, e della Riserva della Biosfera MaB UNESCO, un prestigioso programma dedicato alle risorse della biosfera e alla tutela delle riserve naturali. Inoltre, l’Elba è uno dei vertici del Santuario dei Cetacei Pelagos, il che rende il mare circostante ancora più prezioso dal punto di vista ambientale». Il Direttore generale di ARPAT Pietro Rubellini ha dichiarato: «Siamo contenti di essere riusciti tempestivamente ad individuare il primo nido in Toscana; il monitoraggio che effettuiamo per la rete dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità di Regione Toscana, in collaborazione anche con Legambiente, ci permette di proteggere un altro elemento che potrà portare più biodiversità nel nostro mare. D’altra parte dobbiamo considerare che il fatto che le tartarughe si stiano spostando a nord per la loro nidificazione è testimonianza, purtroppo, del forte riscaldamento del mar Tirreno che negli ultimi dieci anni è avvenuto in conseguenza del cambiamento climatico».
Con lo straordinario senso dell’orientamento che caratterizza le tartarughe marine, l’esemplare che ha scelto le coste dell’Isola d’Elba potrà tornare a deporre le uova sulle stesse spiagge nei prossimi anni. Gli oceani occupano il 70% della superficie totale della Terra e più del 90% dello spazio vitale del pianeta. Gli animali marini rappresentano quindi una grande quantità della fauna del pianeta; sfortunatamente, però, sono molte le specie marine a rischio a causa dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e della pesca, e le tartarughe sono tra queste. Gli agenti inquinanti e le emissioni di CO2, secondo recenti studi, porteranno infatti la Terra a perdere più di un decimo del suo patrimonio vegetale e animale e all’estinzione di una specie vivente su dieci. Per questo grande importanza riveste il lavoro in cui sono impegnate le diverse associazioni per la salvaguardia degli animali che con il supporto di volontari e forze dell’ordine aiutano gli esemplari in difficoltà, restituendo al mare le tartarughe dopo averle soccorse e curate nei centri predisposti, e proteggendo i nidi e assicurandosi che i piccoli raggiungano l’acqua subito dopo la nascita. (di Elisabetta Guglielmi)
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