Nelle ultime ore è stata scoperta una nuova possibilità contro l’estinzione della tartaruga gigante dello Yangtze: parola agli esperti.
Quando si aprono nuovi scenari di possibilità dobbiamo essere pronti ad accoglierli. Non sempre sono aspetti così immediati. Spesso ci mettono anni prima di presentarsi e una volta che passano, beh… sono come quei treni che passano una volta sola. Essere capaci a prenderli può risultare fondamentale.
Discorso da applicare, alla lettera, anche nel mondo animale. Oggi, più che mai, molte specie sono a rischio estinzione. Sia i cambiamento climatici, che una caccia feroce da parte dell’uomo, hanno messo in serio pericolo la vita di molti animali che mai avremmo potuto immaginare vicino all’estinzione.
Tra questi esemplari c’è anche la tartaruga gigante dello Yangtze, un tempo diffusa tra la Cina e il Vietnam. Avete letto bene: “un tempo”. Perché di questi tempi si potrebbero perdere le sue tracce in modo definitivo. In altre parole: il rischio estinzione è davvero alto, se non ormai raggiunto. Ma nelle ultime ore una piccola possibilità si è incredibilmente aperta.
Avvistata un’altra tartaruga gigante dello Yangtze: ma potrebbero essere anche due
Quando il rischio estinzione è alto non si può fare altro che sperare di trovare un altro esemplare per l’accoppiamento. E così, come “d’incanto” è successo nel lago Dong Mo di Hanoi, proprio in Vietnam. Ma facciamo un passo indietro per capire bene cosa si cela dietro questa possibilità.
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L’ultimo esemplare rimasto in vita di questa specie si trova nello zoo di Suzhou, Cina. È un maschio. Ma in realtà, fino a pochi anni fa, ve ne erano due. Anche una femmina. Morta, però, nell’aprile del 2019, spegnendo così ogni tipo di speranza. Nelle ultime ore, invece, in questo lago è stato avvistato un altro esemplare, femmina. Più distante di lei un altro, forse maschio, che si è allontanato all’istante.
Ora i ricercatori che l’hanno avvistata cercheranno di monitorarla verso lo scattare della primavera così da poterla prendere e continuare a sperare in una riproduzione della specie. Cercheranno, comunque, di poter riavvistare anche l’altro esemplare e sperare sia un maschio.
L’ultimo rimasto nello zoo è un po’ anzianotto, se così vogliamo dire. Avere tra le mani due esemplari, “nuovi”, potrebbe riaccendere quella fiamma, colma di speranze, che si era ormai affievolita. C’è da dire anche un’altra cosa: se questi esemplari “spariscono” nel tempo, la colpa è anche dell’essere umano.
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Oltre a contribuire all’acceleramento dei cambiamenti climatici, la continua caccia non fa che portare ulteriori danni e, di nuovo, accelerare il processo d’estinzione di alcune specie. Ad aprile ve ne saranno delle belle, o almeno speriamo possa andare nel modo appena descritto.