Tar annulla ordinanza: cittadini possono sfamare i randagi

Tar annulla ordinanza: cittadini possono sfamare i randagi

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Tar annulla il divieto di sfamare i randagi

Non si sa il perché ma molti sindaci ci provano ad introdurre divieti che mirano a limitare la libertà dei cittadini a prendersi cura dei randagi.

Così è stato per il Sindaco del Comune di Panni, in provincia di Foggia e che nel 2013 aveva vietato ai cittadini con un’ordinanza di dare da mangiare ai cani randagi, presenti sul territorio.

Un’ordinanza illegale che venne impugnata nel lontano 2013 da due organizzazioni animaliste, Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) e l’associazione Earth.

A distanza di ben lunghi 5 anni, il Tar ha accolto l’istanza delle associazioni, annullando di fatto il divieto, sottolineando nella sentenza che “non sussistono problemi di natura igienico-sanitaria o pericoli per la pubblica incolumità”.

“Questa vittoria rappresenta un precedente molto importante perché purtroppo ciclicamente alcuni Comuni emanano ordinanze di questo genere, non rispettando la tutela degli animali che, di fatto, sono di proprietà del Comune stesso”. Ha dichiarato Claudia Taccani, responsabile Sportello Legale Oipa.

La Taccani ha poi ricordato che “ordinanze come questa sono facilmente impugnabili perché non sono mai motivate da problemi reali, ma dall’intolleranza verso gli animali randagi”.

Infatti, recentemente, il Comune di Carinaro, in provincia di Caserta ha introdotto un divieto simile.

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Sul tema è intervenuta Lndc che ha annunciato battaglia. In base a quanto stabilito dal Tar della Puglia, creando un precedente, anche il Comune di Carinaro sarà sicuramente obbligato ad annullare l’ordinanza.

Randagismo e istituzioni

Molte amministrazioni locali, anziché affrontare il problema del randagismo, con campagne di sterilizzazione, microchip e sostenendo i canili locali o i rifugi, preferiscono rimediare, imponendo divieti che violano in realtà le norme in vigore. I randagi sono di proprietà del Comune che se ne deve fare carico.

Si tratta quindi di ordinanze che sono incoerenti con le stesse responsabilità comunali.

“Ricordiamo ancora una volta che la soluzione non è rappresentata da provvedimenti repressivi, quanto da accorte politiche di gestione del randagismo che partono dalla sterilizzazione di cani vaganti e padronali, fino alla sensibilizzazione della cittadinanza circa una corretta convivenza uomo-animale”. Ha concluso la rappresentante Oipa.

Purtroppo, a ridosso della stagione estiva, con l’aumento degli abbandoni, questi divieti non fanno altro che alimentare l’irresponsabilità dei cittadini. Le istituzioni dovrebbero dare l’esempio, cominciando a prendersi carico dei propri doveri nei riguardi degli animali vaganti presenti sul territorio di competenza.

 

C.D.

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