Aumenta il numero di persone che hanno intrapreso la decisione di clonare i propri amici a 4 zampe, cosa succede gli animali domestici?
Cosa significa clonare nel 2024? E cosa significherà nel 2025? A parlare del presente e del vicino futuro di queste possibilità non sono – ad oggi – soltanto gli scienziati e i ricercatori, ma anche le persone comuni. Dopo la fattibilità dimostrata della possibilità di conservare il patrimonio genetico del proprio animale domestico dopo la sua morte – in questi ultimi mesi – alcune persone hanno deciso spontaneamente di affidarsi a questa possibilità. Ma cosa implica ciò per l’animale?
Tante persone vogliono clonare i propri animali domestici: cosa sta succedendo?
In seguito alla diramazione delle prime notizie e testimonianze sull’argomento è stato discusso a lungo il procedimento riguardante la conservazione dei geni nell’azoto liquido e che cosa tale procedimento comporterebbe sia per i propri animali che per tutti coloro che se ne prendono cura.
Stando al parere della direttrice del “Gemini Genetics”, nel Regno Unito, ci sarebbe una differenza abissale tra la precedente concezione della clonazione, legata indissolubilmente ai riguardi della pecora Dolly, e i procedimenti e gli accorgimenti che verrebbero utilizzati nel presente grazie ai campioni di tessuto criogenizzati.
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Dalla prima clonazione animale, risalente ai primi anni del Duemila, i primi a rivolgersi alle banche di conservazione dei tessuti animali sarebbero state, in particolar modo, le celebrità. Per avere un’idea dell’andamento delle cose basterebbe pensare alla duplice clonazione fortemente voluta dalla cantante statunitense Barbara Streisand per la sua amata cagnolina Sammy.
A tal proposito, però, è di fondamentale importanza – secondo i ricercatori – mettere in guardia chiunque desideri intraprendere un simile percorso dal rischio di incappare in una deleteria illusione di riabbracciare il proprio amico a 4 zampe.
Clonare i propri animali domestici: i pro e i contro
Se ora “riportarli in vita” sembra non essere più un’illusione, gli animali domestici – così come noi – hanno una loro unicità e non possono essere sostituiti a livello affettivo anche se le loro caratteristiche fisiche possono essere a tutti gli effetti replicate senza registrare alcun margine di errore.
Con una somma pari o superiore a 50mila euro oggi coloro che vivono assieme a un animale domestico hanno il diritto di poter conservare il loro patrimonio genetico per il futuro. Ma questa scelta – ricordano gli esperti – non deve suscitare in coloro che la compiono un’illusione di veder tornare in vita l’animale che ha già attraversato, in passato, il ponte arcobaleno.