E’ stato realizzato il database mondiale del DNA di cani per combattere la sottrazione degli animali ai padroni
Quando viviamo ventiquattro ore su ventiquattro con i nostri amici a quattro zampe, vediamo solo quanto sia bello tutto ciò.
Non prendiamo il considerazione che potrebbe accadere qualcosa di brutto, come che il nostro amico pelosetto venga rapito.
Vogliamo fidarci delle persone e credere che nessuno si voglia macchiare di un atto così crudele. Purtroppo accade più spesso di quello che possiamo immaginare, e trovare un modo per contrastare questi atti, è all’ordine del giorno delle moltissime persone che invece si prendono cura di loro e li considerano parte della famiglia.
Una delle soluzioni apportata dalla polizia di Gloucestershire è stata quella di creare un database che raccolga il DNA dei nostri fedeli amici, così da poter rintracciare i proprietari al momento del bisogno.
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A Gloucestershire, contea dell’Inghilterra, la polizia ha trovato un modo per cercare di combattere i furti degli animali che affliggono le famiglie. Lavorando insieme all Cellmark, organizzazione profiling del DNA umano, ha progettato un database, il DNA Protected, ovvero un archivio con all’interno tutti i marcatori del DNA appartenenti ai cani per poter sconfiggere e risolvere i crimini legati a questi animali, come i furti.
Durante l’ultimo anno passato, si è sentito spesso parlare di incremento di questo fenomeno, a causa anche degli aumenti sui costi e prezzi di acquisto, perciò la polizia ha deciso di intervenire.
Così si propone ai proprietari di inserire il DNA dei propri animali domestici in questo database, conservandoli così in un archivio forense, consentendo il ricongiungimento con l’animale in caso di smarrimento o furto una volta a ritrovamento avvenuto.
Prelevare il DNA è semplicissimo e non invasivo, si fa in casa comprando l’apposito kit con un tampone passato all’interno della bocca. Il DNA come per gli esseri umani è unico, così inserendolo apparterrà solo e unicamente al proprio cucciolo.
Questo anche per far fronte al fatto che molto spesso quando viene preso in custodia un cane che si presuppone essere stato rubato, è difficile risalire al proprietario in quanto mezzi di riconoscimento, come i microchip, posso essere estratti.
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Emma MacDonald, ispettore capo, espone così l’idea: “Il nostro dipartimento di medicina legale ha iniziato a lavorare con Cellmark, un’organizzazione di profiling del DNA per gli esseri umani, nel dicembre dello scorso anno” aggiungendo in pratica il lavoro svolto “per valutare la possibilità di creare un database del DNA dei cani“.
“Spesso i ladri di animali registrano quei cani a un numero di cellulare che non esiste, o a se stessi, il che significa che quando vengono recuperati dalla polizia da un luogo” racconta così le difficoltà che si incontrano durante un’indagine “è molto difficile ricongiungere quell’animale con il suo proprietario perché è stato registrato a qualcuno di completamente diverso” spiegando anche che “Un microchip può essere cambiato o rimosso da un cane ma il DNA non può essere modificato o alterato, è unico per quell’animale“.
“Le persone sono spaventate e le persone amano i loro animali domestici e noi come polizia li riconosciamo come parte della famiglia” conclude con la speranza che questo nuovo canale di prevenzione aiuti a far si che brutte cose non accadano più.
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F.D.M
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