L’autore del gesto per essere sicuro di non venire identificato ha strappato il chip dal collo del cane e lo ha lasciato in una gabbia senza viveri.
Ogni storia di abbandono è terribile, non esistono giustificazioni per chi decide di lasciare in balia della fame e dei pericoli un povero cane senza alcuna colpa. In alcuni casi però le persone che decidono di compiere il gesto riescono ad essere così crudeli che è quasi difficile credere a ciò a cui ci si trova davanti. Questo è quello che hanno pensato i volontari di un canile rifugio di Brescia quando hanno visto un povero setter abbandonato in una gabbia senza viveri. L’ex proprietario per non essere identificato ha persino strappato il chip dal collo del cane e lasciato con la ferita ancora aperta.
Premeditazione e crudeltà. Sono queste le parole che caratterizzano maggiormente questa terribile storia di abbandono. Un povero cane di razza setter è stato trovato da alcuni volontari rinchiuso in una gabbia al freddo, senza viveri e con una ferita sul collo ancora aperta e, ovviamente, non curata. Qualcuno aveva infatti deciso di disfarsi di lui, ma prima di tutto si è accertato che nessuno potesse risalire alla sua persona. Per poter fare questo, al povero cane è stato infatti strappato dal collo il microchip che aveva sottopelle.
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Abbandonare un animale è già di per sé un gesto terribile a cui è difficile trovare delle motivazioni valide. Lo è ancora di più quando, oltre al trauma dell’abbandono, si aggiunge la violenza.
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Una violenza davvero terribile procurata al povero animale solo per non poter essere individuato e per non assumersi le responsabilità di tale gesto.
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Il setter è stato infatti trovato rinchiuso in una gabbia e lasciato al freddo senza acqua o cibo fuori dal cancello di uno dei canili rifugio di Brescia. I volontari hanno trovato questo povero cane infreddolito, impaurito e ferito e la rabbia nel vederlo in quelle condizioni è stata davvero moltissima. Chi ha deciso di compiere il gesto è qualcuno di molto vile, che si è preoccupato di non essere trovato invece di assicurarsi che il cane potesse star bene, magari portandolo all’interno del rifugio. Dopo l’infelice ritrovamento del cane, i volontari del rifugio hanno deciso di postare una foto sul loro profilo Facebook denunciando l’accaduto e rimarcando l’idea che decidere di aver un cane non è un gioco e che nessuno è obbligato a possederne uno se poi non si è in grado di potersene prendere cura o di amarlo come dovrebbe. (G. M.)
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