Non solo Roma nel mirino degli animalisti. Anche Messina è sotto i riflettori dopo la tragica morte di un cavallo nel centro cittadino. L’esemplare che veniva utilizzato per le carrozzelle turistiche si è accasciato a terra sabato scorso, 13 agosto ed è morto poco dopo. Secondo le indiscrezioni, Oliver, così si chiamava l’equino, avrebbe avuto un malore provocato dal caldo.
Sul posto sono giunti immediatamente i veterinari della Asp, l’azienda sanitaria provinciale e del Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Messina. Inutili i tentativi di salvare il povero animale. Infatti, anche se in un primo momento sembrava che le sue condizioni migliorassero, il cavallo non ce l’ha fatta a recuperare ed è deceduto.
Il caso ha ovviamente fatto clamore e lo stesso assessore comunale all’Ambiente, con delega al Benessere degli animali, Daniele Ialacqua, ha inviato una lettera alla Asp e alla polizia municipale per chiedere chiarezza e l’accertamento delle cause della morte del cavallo.
Dopo questo caso e in attesa degli accertamenti, l’assessore ha emanato un’ordinanza cautelativa con la quale viene proibito “l’utilizzo dei cavalli per trasporto turistico o per attività ludiche/sportive quando le temperature mettono a rischio la salute dell’animale”.
Tale ordinanza, adottata anche a Napoli dal 2014, è in attuazione della normativa vigente a tutela degli animali con la quale nella stagione estiva viene vietato l’impiego dei cavalli nelle ore più cruciali, dalle 13 alle 16.
Nel frattempo, come riporta il quotidiano lasicilia.it, il Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali ha presentato un esposto nel quale sono stati segnalati sia il vetturino che il sindaco di Messina, Renato Accorinti, per maltrattamento di animali aggravato dalla morte del cavallo. Nella denuncia è stato anche chiesto di procedere all’immediato sequestro di tutte le altre carrozze che mettono a rischio gli animali.
Far morire in questo modo un animale non dovrebbe essere più tollerato. A ricordarcelo con una lettera piuttosto significativa è lo stesso Massimo Gramellini che ci fa capire come l’indifferenza a volte uccida più degli “assassini stessi”: “(…) Mi chiamavo Oliver e mi guadagnavo da vivere al porto di Messina, trascinando i carretti dei turisti sotto il solleone. Morire così è un’ingiustizia che grida al cielo. Anche a quello di noi cavalli dove adesso mi ritrovo a galoppare, finalmente leggero.
P.S. Il Caffè abbassa la serranda per qualche giorno. Riaprirà il 29 agosto. Addio Oliver, e buon Ferragosto a tutti noi.”
C.D.
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