Anni di lotte non fermano, purtroppo, la strage delle manguste

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By Benedicta Felice

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Strage di manguste, il governo indiano si schiera contro questa pratica crudele che purtroppo continua a mietere vittime e indifferenza

Mangusta (Foto Pixabay)
Mangusta (Foto Pixabay)

Un lotta che non conosce resa, una sfida che non conosce sosta e non ammette la sconfitta. Si, perché alcuni tristi fenomeni non devono più ripetersi, devono essere fermati a tutti i costi. “Operation Clean Art” è questo il nome che identifica l’impegno dell’ufficio di controllo del crimine sulla fauna selvatica del governo indiano (WCCB) di porre fine al commercio dei pennelli creati con capelli di mangusta. Un commercio crudele che comporta un vero e proprio sterminio dell’animale, arrivando a provocare la morte di 50 manguste per un chilogrammo del loro pelo.

Strage di manguste, l’impegno del governo indiano

Mangusta che osserva (Foto Pixabay)
Mangusta che osserva (Foto Pixabay)

Numeri impressionanti, confermati dall’operazione della polizia che ha sequestrato 54.352 pennelli realizzati con capelli di mangusta e 113 chilogrammi di capelli di mangusta grezzi. L’operazione, svolta con successo, ha condotto all’arresto di 49 persone suddivise tra i centri del paese dove si assemblano maggiormente pennelli illegali, in particolare nell’Uttar Pradesh, nel Kerala, nel Karnataka, nel Maharashtra, nel Rajasthan e nel Tamil Nadu.

Il continente indiano, è purtroppo invaso da questa pratica aberrante che lascia increduli di fronte a tanta crudeltà. Sono state 28 le operazioni portate avanti dall’ ufficio del governo indiano per eliminare, o quanto meno, provare a limitare il commercio che si è creato attorno a tale specie di animali.

Le manguste sono ripartite in 34 specie, tutte differenti per dimensioni e abitudini.

Strage di manguste, continuare ad ostacolare questa pratica malvagia

Dolcezza e ingenuità (Foto Pixabay)
Dolcezza e ingenuità (Foto Pixabay)

Stiamo facendo tutto il possibile per bloccare la rete che si è creata di fornitura e produzione ma sfortunatamente non c’è consapevolezza di questo crimine e fino al momento in cui ci sarà una domanda, ci saranno persone che uccideranno la mangusta per i suoi capelli” ha affermato HV Girisha, vicedirettore regionale WCCB.

Una grave situazione che purtroppo, nonostante gli innumerevoli tentativi di blocco, ancora non conosce resa.

La nostra speranza è che, al più presto, i responsabili di tale atrocità, riescano a divenire consapevoli del crimine commesso, evitando di reiterarlo.

 

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B.F.

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