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Strage di gatti randagi: dall’Abruzzo alla Sicilia

Gatti randagi e colonie feline vittime di crudeltà

Gesti di crudeltà, maltrattamenti e abbandoni sono all’ordine del giorno nei riguardi degli animali. Casi di una violenza inaudita perpetrata su creature innocenti e indifese che si fidano purtroppo dell’uomo. Individui senza scrupoli pronti a diventare aguzzini che riversano la loro violenza sugli animali. Persone pericolose non solo per queste creature ma anche per la società stessa. Non solo è stato dimostrato che oltre l’80% dei serial killer hanno maltrattato e ucciso animali. La violenza sugli animali è stata associata anche alla violenza sulle donne e a profili psicologici di persone instabili.

Ecco perché l’FBI ha elevato la violenza sugli animali alla categoria “crimini efferati” in modo da monitorare persone potenzialmente pericolose. Lo stesso discorso vale per i minori. Gli psicologi hanno infatti ricordato che la violenza sugli animali è un campanello di allarme nei bambini. Un segnale di un disagio che vive il bambino e che dopo i sei anni potrebbe rivelare maltrattamenti e abusi di cui è stato vittima il bambino. La violenza sugli animali dopo i 12 anni indica invece una patologia nel minore che in età adolescenziale deve essere inserito in un percorso di riabilitazione. Gesti che non possono essere sottovalutati né tanto meno ignorati. Un minore che reca volontariamente sofferenza ad un animale può diventare un adulto pericoloso.

Leggi–> Animali maltrattati, aumentano i casi commessi in età giovanile

Ecco perché casi di crudeltà perpetrati dai minori fanno così tanto clamore. Azioni di bullismo che indicano un malessere nei giovani. Baby gang pronte a torturare per gioco animali appartenenti ad ogni specie. Minori incapaci di provare empatia, facoltà cognitiva fondamentale per lo sviluppo psicologico in un un individuo e per una crescita equilibrata.

Strage di gatti randagi

A dicembre ha fatto clamore la strage di gatti compiuta da due minori a
Cavallari di Montereale in provincia dell’Aquila in Abruzzo. I due giovani ragazzi hanno preso il fucile da caccia e si sono divertiti a sparare sui gatti randagi, arrivando ad uccidere una trentina di esemplari.

Un episodio grave che ha indignato molti residenti della cittadina e i volontari che ogni giorno provvedevano a prendersi cura dei piccoli felini.

Una donna ha denunciato quanto accaduto sui social, segnalando come i gatti di strada sono esposti a innumerevoli minacce. Dal rischio di essere investiti da un’auto, all’avvelenamento fino alle bravate. “Per ultimo venne il fucile! Così è morto Orso. Stava ancora scaldandosi le ossa al sole dopo il gelo della notte, ma sono stati bravi: un colpo solo per non farlo soffrire”, ha scritto la giovane donna, sottolineando come “del resto i cacciatori, i figli dei cacciatori e i nipoti dei cacciatori hanno bisogno di esercitarsi prima di andare nei boschi con qualche bersaglio mobile”.

Si tratta purtroppo di un fenomeno ricorrente in molte aree del paese e non soltanto a Montereale. Luoghi emarginati, di disagio socie economico, dove permane una mentalità arcaica e arretrata per la quale viene calpestata la dignità degli animali.

A Sciacca, un luogo già noto per la strage di cani randagi, le forze dell’ordine stanno indagando su un ennesimo episodio di violenza sugli animali. Infatti, ad un anno dalla strage dei cani, si sta verificando una vera e propria mattanza di gatti. Negli ultimi giorni sono stati infatti ritrovati una ventina di gatti ucciso per avvelenamento. I carabinieri hanno avviato un’indagine e alcune carcasse di gatto sono state inviate all’Istituto Zooprofilattico per accertare le cause del decesso.

L’organizzazione nazionale Rivoluzione animalista ha pertanto inviato un messaggio al sindaco chiedendo che si occupi del caso. La presidente nazionale di Rivoluzione Animalista Gabriella Caramanica ha dal canto suo assicurato che l’organizzazione vigilerà sul fenomeno, ricordando che gli autori della strage dei cani sono rimasti ancora impuniti.

La stessa Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) ha diffuso alcuni dati riguardo gli avvelenamenti dall’inizio del 2019. “Inizia male il 2019 per quanto riguarda la questione degli avvelenamenti di cani e gatti. Infatti secondo i dati raccolti dagli articoli di giornale. Si inizia male. Nel mese di gennaio avvelenati 3.428 cani e 544 gatti. I Cani morti a causa degli avvelenamenti sono stati 496 mentre sono morti 129 gatti. In particolare il fenomeno degli avvelenamenti in questo primo mese riguarda le regioni del centro sud Italia e la Liguria”. Un fenomeno in aumento che l’associazione sta monitorando per denunciare un crimini che nella maggior parte dei casi non viene mai punito.

C.D.

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