Un vero e proprio scandalo in Kuwait denunciato dalla associazione Kuwait Animal Rescue Unit secondo la quale sarebbero stati uccisi 24 cani anti bomba da una azienda americana di sicurezza, la Eastern Securities, alla quale una società petrolifera non avrebbe rinnovato il contratto,
La strage di questi cani anitbomba è circolata tramite dei post condivisi sui social lo scorso 19 giugno con tanto di fotografie raccapriccianti di decine di corpi di cani l’uno accatastato sull’altro.
L’associazione animalista ha spiegato che l’accordo con la Kuwait National Petroleum Company prevedeva il pagamento di 9.900 dollari al mese per ogni cane, anche se il New York Times parla di 3mila dollari.
Dal canto suo la società di sicurezza si è difesa sottolineando che in realtà i cani che “sono stati uccisi con umanità” erano malati, con tumori e sofferenti di displasia, mentre altri esemplari sono stati soppressi perché aggressivi.
Tra le foto diffuse in rete, spunta quella in cui un operatore poggia fieramente un piede sopra al corpo di un cane che mostra il vero volto dell’indifferenza e di tutta la crudeltà del gesto.
L’azienda petrolifera si è dichiarata estranea ai fatti, sostenendo di aver disdetto il contratto dopo che i cani, addestrati dalla USK9 Unlimited dog training e acquistati dall’azienda di sicurezza tra il 2008 e il 2009, avrebbero fallito l’individuazione di esplosivi durante un test effettuato da terze parti.
Esmail Al Misri, rappresentante sindacale dei lavoratori filippini impiegati dall’azienda americana, con Mimi Maamoun, avvocato animalista kuwaitiana hanno denunciato il caso alla polizia locale, dicendosi preoccupati per altri 91 cani ospitati nella struttura.
Secondo l’animalista, Maamoun i cani sarebbero stati uccisi per vendetta da parte di alcuni lavoratori locali che non avrebbero ricevuto lo stipendio dal mese di aprile: “I cani non erano malati, soltanto due o tre da quello che ho sentito. Inoltre, il mio amico filippino che gestisce i cani, ha affermato che pochi esemplari uccisi erano anziani”.
Dopo qualche giorno, l’azienda americana ha smentito quanto accaduto. Tuttavia, sui social è stato creato un gruppo dei lavoratori della società di sicurezza dove è stato pubblicato un post di denuncia sulle condizioni di terrore in cui vivono i lavoratori alcuni dei quali sostengono che sarebbero stati uccisi ben 40 cani, ma non possono testimoniare perché spaventati dai dirigenti aziendali. Secondo quanto viene riferito, molti lavoratori sono prigionieri della società che avrebbe preso i documenti d’identità dei lavoratori che non potrebbero in alcun modo lasciare il paese o l’azienda, tanto che molti operai, scaduto il contratto sono stati messi in carcere nel Kuwait perché privi di documenti validi. Nel post viene lanciato un appello in cui viene denunciato il traffico non solo di animali ma anche di umani, operato dalle aziende nel paese. Tra i post condivisi nel gruppo viene fatto presente di voler denunciare il caso affinché l’FBI indaghi sul caso.
Sul web è stata lanciata una petizione per poter salvare gli altri cani detenuti dalla Eastern Security.