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Strage di delfini nel Mediterraneo: è un’epidemia

E’ strage: una trentina di delfini morti dall’inizio dell’anno. Ipotesi epidemia da morbillo

E’ una vera e propria strage silenziosa, quella dei delfini trovati morti sulle spiagge. Dall’inizio dell’anno si contano 35 delfini morti, appartenenti alla specie Tursiope, ben 18 esemplari morti tra luglio e i primi di agosto in Toscana.

Un dato preoccupante se si considera che nel 2018 sono stati spiaggiati in Toscana 23 cetacei di cui 20 delfini, mentre nel 2017 furono 48 di cui 41 delfini.

In Toscana sono state condotte delle prime autopsie su 8 delfini trovati spiaggiati, dalle quale è emerso che in ben 7 esemplari, lo stomaco era completamente vuoto, come se qualche patologia li avesse indeboliti al punto da non riuscire a nutrirsi, portandoli al decesso.

“L’ipotesi principale per spiegare questa moria di delfini in Toscana è un’epidemia di Morbillivirus. Ma è solo un’ipotesi, occorre attendere i risultati delle analisi necroscopiche, che sono lunghe, perché richiedono delle colture”, ha dichiarato all’Ansa, la biologa marina Sabina Airoldi, del centro studi sui cetacei Tethys, impegnata nel Santuario dei Cetacei tra la Liguria, la Toscana, la Corsica e la Costa Azzurra.

Si tratta di un virus che genera il morbillo dei cetacei, il cimurro del cane e quello delle foche, la peste bovina e la peste dei piccoli ruminanti.

“Ha già colpito diverse specie di cetacei e ha causato anche un’epidemia nei primi anni Novanta. Allora morirono diverse centinaia di stenelle striate in tutto il Mediterraneo, mari italiani compresi”, ha spiegato Airoldi, concludendo che “sicuramente tutti gli inquinanti che l’uomo immette in mare, come i policlorobifenili e i composti aromatici policiclici, abbassano le difese immunitarie dei cetacei e li debilitano, impedendo loro di contrastare in modo adeguato infezioni virali e batteriche”.

La regione è in attesa dell’esito dell’indagine approfondita che sarà effettuata dall’Università di Siena e dall’Izslt di Pisa.

L’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni ha assicurato che “si rivelerà essenziale per far luce sulla vicenda l’esito delle analisi in corso sui tessuti e sugli organi prelevati. Attendiamo per metà agosto le risposte delle analisi ecotossicologiche, che chiariranno se queste morti siano o meno legate a fattori inquinanti. A fine mese, invece, arriveranno le risposte per quanto riguarda la presenza di virus e patogeni. Mi auguro davvero che questo stillicidio si fermi al più presto”.

Esemplari vittime dell’inquinamento, una strage silenziosa che passa inosservata.

C.D.

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