Dopo 138 anni dalla sua costruzione, in uno storico zoo giapponese nasce il primo elefante: ma la storia è già triste sul nascere.
Una nascita è sempre qualcosa d’importante, sicuramente da festeggiare e darne un senso positivo. Una nuova vita che viene al mondo e che si appresta a entrare nel cerchio della vita stessa. Per essere un cerchio perfetto, però, alcune condizioni, parlando in termini di habitat, non dovrebbero mai mancare. Un’importante lezioni, su questo argomento, viene dal mondo animale.
O meglio: dovrebbe venire dal mondo poc’anzi citato. Proprio gli animali, invece, molto spesso sono bistrattati e rinchiusi in posti che con il loro habitat naturale poco c’entrano, anzi, potremmo benissimo dire non c’entrano nulla. E questi luoghi, bui, oscuri e che poco hanno a che fare con la vita (in tutti i suoi aspetti) vengano creati proprio da noi esseri umani, che spesso non siamo proprio in grado di usare la ragione. Uno strumento che ci dovrebbe contraddistinguere e che invece, spesso, ci penalizza.
E quando la ragione ci penalizza, non di certo per colpa sua, possiamo trasformare dei bellissimi terreni in posti orrendi: come gli zoo. Forse un tempo, per tradizione o cultura, queste strutture potevano anche passare come “concetto”. Ma oggi proprio no. E noi li combattiamo con la forza della parola. Dando vita a notizie come queste che seguono. Che molti potrebbero prendere come una “bella cosa”, ma che in realtà celano pessime condizioni di vita.
Parliamo di un elefante. Dell’ennesimo caso di un pachiderma nato in uno zoo. Un caso che alla nostra redazione non è nuovo e più avanti scopriremo insieme il perché. Oggi, quindi, parliamo di un evento che ai molti è sembrato storico, mentre ai cuori più sensibili non darà molta soddisfazione, anzi, davvero molta tristezza.
Nello storico zoo giapponese, dal nome Ueno Zoological Gardens di Tokyo. Il cucciolo è nato in una situazione davvero particolare. Innanzitutto cominciamo col dire che, Artid, il padre dell’elefante, è morto il 24 agosto scorso, mentre la mamma, Authi, era ancora incinta. Uno strano scherzo del destino lo ha portato in vita senza il padre, morto appunto all’età di 24 per una tubercolosi.
La madre, che di anni ne ha 22, ha dato via a questo bellissimo cucciolo di elefante. Bellissimo lui, ma non le circostanze in cui sarà costretto a vivere. Dentro lo zoo “incatenato” per tutta la sua vita. In tanti, infatti, in alcuni commenti hanno espresso la loro indignazione per un altro esemplare della specie animale che dovrà vivere una vita in gabbia.
Inutile dire che non c’è alcuna bellezza nel far scegliere il nome attraverso piattaforme online o digitali. Che nome, bello, si potrebbe dare a questo cucciolo di elefante che non potrà mai vedere il suo vero mondo? Noi crediamo nessuno, come lo credono molti che nelle ultime ore stanno esprimendo la loro disapprovazione nelle varie pagine del web. Un animale chiuso in gabbia, com’è successo all’altro elefante di nome Kaavan è ancora una volta una sconfitta per tutti noi.
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