La storia di King, un pastore del Caucaso: scoperto dall’Oipa, che ha girato un video, era abbandonato in una gabbia e malato.
La denuncia arriva dalle Guardie eco zoofile dell’OIPA di Prato: King, un Pastore del Caucaso di 50 kg, era costretto a vivere in una fetida gabbia di 1,5 metri per 2. Una corda lo costringeva a restare legato all’inferriata per il collo. Questa situazione, fanno sapere le guardie zoofile, andava avanti da almeno un anno e mezzo. Per King quella gabbia era diventata la sua prigione.
Quella gabbia, nascosta tra l’erba alta, impediva a chiunque di accorgersi di lui ed era per molti versi simile a quella usata per tigri e leoni nei circhi. A scoprire King, è stata una signora che per puro caso passeggiava nella zona con il suo cane e ha sentito abbaiare. Così, si è avvicinata al punto da dove arrivava l’abbaio e ha scoperto la gabbia, ben nascosta. Ha scattato delle foto e ha quindi segnalato quanto aveva appena visto alle Guardie dell’OIPA.
La scoperta dell’animale è avvenuta nel territorio comunale di Poggio a Caiano, provincia di Prato. Anche dopo la segnalazione della donna, le guardie zoofile faticano a rintracciare la gabbia, vista la folta vegetazione. Quindi, vicino a un capannone, riescono a intercettarla.
Le guardie zoofile non credono ai loro occhi: King era ben legato all’inferriata del cancello, chiuso con un lucchetto. Il fetore intorno era nauseabondo e una delle guardie ha avuto un mancamento. King era praticamente costretto a dormire su intere pozze di pipì, senza cuccia, né alcun altro giaciglio. Quella gabbia non vedeva nemmeno la luce del sole.
Il proprietario del capannone adiacente al box, un cittadino di nazionalità cinese, è stato interrogato dalle guardie, ma non ha saputo rispondere circa la provenienza del cane. Si è limitato a spiegare che quando un anno e mezzo prima aveva acquistato il capannone, il cane era già lì in gabbia. Sembra che l’unico che si prendesse cura di King, mosso da pietà, fosse un operaio di nazionalità indiana. Sul posto, dopo la denuncia, non sono intervenuti Carabinieri, Polizia e veterinario dell’ASL, ma solo la Polizia Locale, che ha verbalizzato il sequestro del cane.
Così, è dovuto intervenire un veterinario privato, accorso immediatamente sul posto. Questi ha dovuto sedare il cane, che era molto nervoso. Lo hanno così liberato dalle catene e condotto presso il canile. Qui King, che dovrebbe avere cinque anni, si è ampiamente rifocillato, rotolandosi nella cuccia pulita e godendosi quella libertà che mancava. Infatti, King esce anche spesso a godersi il sole. Le sue condizioni di salute restano precarie: è gravemente denutrito e affetto da una patologia agli occhi, l’Entropion, il rovesciamento della palpebra. Per questo, presto sarà operato.
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GM
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