Dopo il fermo sperimentazione dei macachi, grazie al ricorso presentato dalla Lav, il presidente dell’associazione Gianluca Felicetti viene indagato
All’indomani della decisione del Consiglio di Stato che ha bloccato la sperimentazione sui macachi, avviata all’interno di un progetto su “deficit visivi” condotto dall’Università di Torino, si scaglia la comunità scientifica.
–> Consiglio di Stato sospende sperimentazione su sei macachi a Torino: “Sono salvi”
Una guerra tra lobby e tra scuole di pensiero. Lo sfondo è quello di una lotta intestina e competitiva tra gli atenei perennemente alla ricerca di fondi e finanziamenti statali da aggiudicarsi per portare avanti progetti di studio.
Uno scenario che non tiene conto di quello che è la realtà dei fatti. Ovvero, l’attività della Lav rivolta unicamente verso la tutela degli animali e non a un conflitto d’interessi.
Nonostante vi sia una direttiva europea e a livello internazionale, la ricerca si sta orientando verso i metodi alternativi che escludono la sperimentazione animale, molti laboratori e gruppi di ricerca continuano a sostenere il contrario. Un ramo influente della comunità scientifica infatti continua a farsi paladina del pensiero che vede la sperimentazione animale necessaria. Si continua pertanto a praticare esperimenti, presentando deroghe su deroghe al ministero dell’Istruzione e della Salute per ottenere i permessi su progetti di ricerca con sperimentazione animale che violano le normative sul benessere degli animali, con pratiche invasive e dolorose sull’animale, quali test senza anestesia, interventi chirurgici che provocano danni irreversibili. Non tutte le sperimentazioni con deroghe sono però fondate. In base alla normativa infatti, è possibile ottenere delle deroghe solo se viene dimostrato che non vi è un’alternativa alla sperimentazione sugli animali. E’ quanto dimostrato dalla Lav in merito al progetto di Torino, presentando un ricorso dapprima al Tar che lo ha respinto e successivamente al Consiglio di Stato che lo ha accolto, sospendendo la sperimentazione sui macachi a Torino, fino a sentenza definitiva, attesa ad aprile 2020. I ricercatori secondo il Consiglio di Stato non hanno dimostrato che non potevano trovare un’alternativa ai test sui macachi.
All’indomani della decisione del Consiglio di Stato, è arrivata una contro denuncia alla Lav che vede il presidente dell’associazione Gianluca Felicetti indagato dalla Procura di Parma per rivelazione di documenti segreti, minacce e diffamazione riguardo la vicenda dei test sui macachi dell’università.
E’ stato lo stesso Felicetti a comunicare di essere indagato con un post pubblicato su twitter, commentando che “qualcuno vuole intimidirci ma il risultato ottenuto è proprio quello contrario, di rendere più forte e convinta la nostra battaglia contro la sperimentazione sugli animali”.
“Come ha sentenziato pochi giorni fa il Consiglio di Stato la nostra azione legale è fondata, abbiamo diffuso pubblicamente dati già noti, operiamo alla luce del sole e in maniera nonviolenta dalla nostra fondazione – 43 anni fa – siamo quelli che hanno fatto condannare Green Hill fino alla Corte di Cassazione”. Scrive Felicetti, sottolineando che “chi ci ha denunciati non ha evidentemente altri argomenti e tenta la strada del ‘bavaglio’ giudiziario. Noi invece continuiamo, più forti e convinti di prima e ci riserviamo ulteriori azioni legali a difesa della nostra immagine e delle nostre attività di ente morale riconosciuto dal Ministero dell’Interno per la tutela degli animali, dei malati e della ricerca davvero scientifica”.
E’ evidente che la posizione della Lav è scomoda. Sul tema infatti, era intervenuta la senatrice Elena Cattaneo, ricercatrice, che aveva chiesto al Ministro della Salute Giulia Grillo “come è possibile che siano stati concessi alla LAV i protocolli sperimentali completi con l’indicazione dei nominativi dei ricercatori”.
Nei mesi passati, l’Università di Torino aveva criticato l’operato della Lav tacciando l’associazione di portare avanti una campagna di disinformazione e annunciando di avviato azioni, anche legali, ribadendo che il progetto era stato approvato in maniera autonoma. Senza considerare le oltre 300mila firma di chi ha espresso contrarietà alla progetto di sperimentazione.
Immediato il commento e il sostengo di Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista (Ape).
In una nota, è stata espressa “la vicinanza alla protesta contro il progetto sui macachi, che abbiamo sin da subito ritenuto giusta, non è mai venuta meno e oggi intendiamo ribadirla con il medesimo convincimento”.
Sidoli sottolinea che “le accuse della procura di Parma rivolte al presidente della LAV onlus per rivelazione di documenti segreti, minacce, accordi per istigare a reati, e diffamazione sono pretestuose e prive di fondamento. Gianluca Felicetti ha fatto prevalere l’interesse della lega antivivisezione alla tutela degli animali”.
Il lavoro della Lav e l’impegno dell’associazione nell’aiutare i macachi, è una vittoria per tutti gli amanti degli animali.
“Ottenere la sospensione del progetto Light-Up che coinvolge sei macachi nella sperimentazione sui deficit visivi umani rappresenta una vittoria per tutti gli amanti degli animali che chiedono di trovare alternative a una sperimentazione considerata invasiva sugli animali”.
Sidoli ha preso le difese di Felicetti, concludendo che “la Lav ha diffuso dati che erano pubblici facendo prevalere il diritto all’informazione e all’esercizio della libertà di pensiero. Ci teniamo a ribadire che questo ente morale ha agito esclusivamente a protezione degli animali”.
C.D.
Amoreaquattrozampeè stato selezionato dal nuovo servizio di Google News, se vuoi essere sempre aggiornato dalle nostre notizieSEGUICI QUI
Le piante natalizie pericolose per gli animali domestici: come proteggere i tuoi amici a quattro…
La vera storia del cane Balto, con il suo compagno Togo salvò una città intera.…
Lo ha beccato anche lui e ora non sai come guarirlo? Il raffreddore nel gatto…