Possedere animali domestici esotici è diventata una moda pericolosa, L’UE è decisa a mettere un punto. In contrasto alcuni paesi.
Cipro, Lussemburgo, Lituania e Malta portano la questione davanti il consiglio di Agricoltura: la moda è sfuggita di mano. Ormai è ritenuto nei limiti della normalità portare a spasso il proprio tigrotto, ma, possedere animali domestici di origine esotica potrebbe avere conseguenze spiacevoli oltre che per l’animale, per il proprietario. Si chiede uno stop al commercio e alla detenzione di questi animali.
Dopo il recentissimo problema covid, scaturito dai pipistrelli, la domanda che sorge spontanea è se sia giusto permettere la detenzione domestica di animali esotici, con la concreta possibilità che possano essere portatori di malattie analoghe. Ad aggiungersi a questo quesito c’è la non trascurabile componente morale che impera nella questione: animali che non dovrebbero stare nemmeno in cattività possono davvero rilassarsi sul divano in salotto?
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Le tigri o i leoni di certo non sono tranquilli compagni di giochi, che, pur eventualmente crescendo a stretto contatto con i padroni, conservano sopito il loro primordiale istinto predatorio, potenzialmente nocivo se inespresso, o sfogato in appartamento. Il tema è di natura chiaramente prioritaria dato che è sorprendentemente alto il numero di paesi che tutt’ora non possiede limiti su tale commercio.
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Il primo motivo di divisione viene sollevato da Cipro, Lussemburgo, Lituania e Malta, che vorrebbero una lista positiva in cui vengano indicate chiaramente le specifiche, per esempio di cosa si intende per animale domestico. Le parti in causa, in caso di elenco positivo, dovrebbero elencare specificatamente dove hanno intenzione di porre limitazioni nel commercio ed un eventuale vero e proprio trattamento nazionale: in una seconda fase, la parte, deve elencare esplicitamente tutti i casi che comportano eccezione.
Nel caso di un elenco negativo a tutti i settori commerciali che non vengono elencati viene automaticamente concesso di operare in tali ambiti. Danimarca e Repubblica Ceca li vediamo favorevoli alla stipulazione di una lista negativa, Svezia e Ungheria si mostrano preoccupate per la proposta avanzata, agire perseguendo una linea positiva vorrebbe dire entrare in merito legislativo e di commercio, quindi, affidarsi alle tempistiche del caso, notoriamente lunghe. La ministra di Varsavia appoggia con fervore la causa dichiarando come inaccettabile la presenza nell’ambiente domestico di animali che non sono tali.
Slovenia, Slovacchia, Finlandia ed Estonia si dichiarano a favore, Germania, Paesi Bassi, Croazia, Bulgaria e Lettonia temporegiano in attesa di esaminare meglio la proposta. Stefano Patuanelli dichiara l’Italia a favore, ma anche lui chiede tempo per vedere tutte le implicazioni del caso. Da capire come procedere nei paesi nei quali i cittadini posseggono già animali esotici, bisognerà restituirli al loro ambiente naturale o la custodia rimarrà agli attuali proprietari? Sappiamo che il mondo è deciso a procedere, il modo è da discutere ma è intuibile che a questa pratica verrà presto messo un punto. (Beatrice Croce)
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