Per la prima volta nel Bel Paese, si sono tenuti i primi “Stati Generali del benessere animale” organizzati nella sede del Ministero della Salute, ai quali sono state invitate le varie associazioni animaliste e ambientaliste a confrontarsi su allevamenti, randagismo, sperimentazione, animali selvatici ed esotici per poter riuscire ad applicare le norme vigenti sullo sfruttamento animale.
Carla Bernasconi, vicepresidente della Federazione nazionale ordini veterinari italiani (Fnovi), ha rilasciato un’intervista al quotidiano.net, ricordando quanto nonostante il rapporto con gli animali si sia evoluto nella società contemporanea, resta il fatto che nei laboratori italiani ci sono ancora 700mila animali.
Nell’ambito della prima Conferenza nazionale sul benessere animale, il ministero della salute ha ricordato che in Italia, quasi una famiglia sue due ha un animale d’affezione (43%), con una preferenza per i gatti (51,8%) sui cani (48,2%).
La Bernasconi confermando che “quasi la metà degli italiani ha un animale in casa e molti ne hanno anche più di uno. Il problema odierno è più che altro adattare il cambiamento dello stile di vita dell’uomo al suo rapporto con l’animale. Ora quel rapporto va costruito e non è facile. Quello che consiglio è di avere un animale in casa, specialmente se c’è la presenza di un bambino. Anche solo l’esperienza della morte dell’animale, per un bambino, può essere un momento di crescita perché lo mette di fronte per la prima volta al lutto”.
La Bernasconi ha però voluto ricordare che ancora oggi gli animali impiegati a fini scientifici sono 700mila, in costante flessione dal 2009 ad oggi: “Per fortuna la scienza si è talmente evoluta -che la sperimentazione animale è rimasta davvero l’ultima frontiera. L’aspetto etico ha salvaguardato questo aspetto”.
Per quanto riguarda il settore degli allevamenti, ci sono 2 miliardi di volatili e 334 milioni di mammiferi in 14 milioni di strutture in Europa. Ecco perché ha concluso la Bernasconi “dobbiamo proseguire nel nostro processo educativo, specialmente nelle scuole dove si fa abbastanza ma solo a tratti. A questo proposito abbiamo in programma alcuni progetti con il ministero della Salute e il Miur”.
Dal canto suo, il suo vicepresidente Lav, Roberto Bennati, ha presentato una relazione sulla realtà zootecnica in Italia, affermando “ci auguriamo che questa positiva iniziativa del Ministero della Salute costituisca un’opportunità per realizzare un piano nazionale per l’applicazione delle norme esistenti e, perché no, essere motore di nuove iniziative legislative di maggiore tutela degli animali, a partire dagli urgenti ed improrogabili interventi nella zootecnica intensiva, come hanno confermato anche le immagini trasmesse ieri sera nello speciale TG1 sulle condizioni di vita degli animali negli allevamenti intensivi”.
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