Associazioni animaliste in piazza contro la sperimentazione sui macachi a Parma
Si svolgerà il prossimo 6 luglio, il corteo nazionale contro la sperimentazione e vivisezione in programma per sei macachi all’Università di Parma, su richiesta dell’ateneo di Torino.
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“Al termine della sperimentazione gli animali verranno anestetizzati e sottoposti a eutanasia indolore con le modalità prescritte dalla legge”. Ha dichiarato Marco Tamietto, professore, alla guida del progetto di sperimentazione del Dipartimento di Psicologia dell’università di Torino, che sarà condotto su sei macachi.
Il professore ha spiegato in un’intervista al Corriere che il progetto ha ricevuto l’autorizzazione e il finanziamento per una ricerca dal titolo “LIGHTUP – Turning the cortically blind brain to see” nell’ambito del quale i primati, appartenenti alla specie primati, subiranno una lesione chirurgica nel cervello con asportazione delle aree della corteccia visiva per simulare la perdita della vista in persone affette da blindsight, così come indica il titolo dello stesso esperimento”.
Animali costretti a procedure che provocano dolore e sofferenza. Nonostante questo viene negato che si tratti di vivisezione. Infatti, lo stesso Tamietto ha asserito che di fatto il termine vivisezione, “allude alla dissezione su animali vivi e coscienti”, laddove in questo nuovo progetto “la procedura chirurgica per la lesione è effettuata da neurochirurghi che operano sull’uomo, in anestesia generale, alla presenza di veterinari specializzati. Il decorso post-operatorio, normalmente di poche settimane, è identico a quello per i pazienti umani con trattamenti analgesici e antinfiammatori”.
Un gioco di parole, di concetti e di sofismi, con il quale i ricercatori vogliono nascondere la verità.
“Abbiamo interpellato gli esperti indipendenti del comitato etico dell’Unione Europea, dei comitati etici delle Università coinvolte e del Ministero della Salute. Hanno risposto che non si poteva fare a meno della sperimentazione animale e che i macachi sono l’unica specie adatta”, ha riferito il professore.
La sperimentazione purtroppo è già stata avviata come spiegato dallo stesso Tamietto. “Siamo autorizzati a studiare fino a 6 animali. Le gabbie hanno dimensioni superiori a quelle previste dalla legge e gli animali saranno sempre alloggiati in coppie, per mantenere la possibilità di interazioni sociali. Il progetto nel suo complesso dura cinque anni, ma non significa che ogni animale verrà testato per cinque anni. Ogni norma di legge per la tutela del loro benessere è applicata con scrupolo”.
Quei poveri animali sono condannati a morte dopo che saranno stati sfruttati dai ricercatori che continuano a rassicurare di aver rispettato tutte le norme per il benessere degli animali sotto sperimentazione.
“Gli ispettori non hanno riportato nessuna anomalia di rilievo, tranne tre termosifoni con zone arrugginite, e le veneziane interno vetro danneggiate. Nel verbale si legge i soggetti non hanno manifestato segni di paura o di stress in presenza di personale estraneo, continuando ad esercitare le loro attività abituali. Non sono presenti stereotipie, né alopecie da stress, né fenomeni di autolesionismo. O ancora: Le gabbie hanno una gamma di strumenti di arricchimento ambientale come corde, contenitori di cibo, tv e musica di sottofondo”, conclude Tamietto.
Di fatto si tratta di una prigionia con la quale i ricercatori tortureranno gli animali.
“Ogni giorno, per ore, verranno immobilizzati e costretti a riconoscere delle immagini. Dopo questa fase verranno resi ciechi. L’intervento al cervello, molto invasivo e doloroso, si svolgerà in autunno e l’intera sperimentazione durerà 5 anni. Dopodiché saranno uccisi”. Scrive Enpa in un comunicato, annunciando il corteo di protesta che si terrà il 6 luglio per chiedere di fermare il progetto dell’università.
Quello che non viene detto è che, scrive Enpa, “lo studio verrà condotto contemporaneamente, e non dopo, anche su volontari umani: la ricerca di nuove cure per persone ipovedenti ha compiuto passi importanti solo grazie alle sperimentazioni su malati umani consapevoli. Non c’è da stupirsi, visto che i test sugli animali falliscono, ufficialmente, in oltre il 95 % dei casi (*). Quindi oltre a essere inaccettabile moralmente, che senso ha questa sperimentazione?”
Il corteo a Parma, organizzato da Animalisti Onlus, raccoglie l’adesione di molte associazioni tra le quali Enpa.
Una protesta con la quale, dopo la petizione promossa su Change.org che ha raccolto oltre 255mila firme, viene chiesto al Ministro della Salute, Giulia Grillo, di far interrompere immediatamente la sperimentazione “LIGHTUP – Turning the cortically blind brain to see” e di liberare subito i macachi affidandoli a centri di recupero e/o ad associazioni animaliste.
Il corteo contro la sperimentazione dei macachi, il 6 luglio 2019, a Parma partirà alle ore 15h dalla stazione di Parma, in Piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa. La marcia è diretta allo Stabulario del Plesso Biotecnologico del Polo ospedaliero dell’università di Parma, dove a ottobre verranno vivisezionati i sei macachi.
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C.D.
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