Sperimentazione animali, scandalo in Germania: test falsificati

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By lotta75

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Laboratorio sperimentazione animali in Germania: dopo l’inchiesta shock, nuove rivelazioni imbarazzanti

sperimentazione animali

Falsificazione dei risultati dei test per continuare a sperimentare sugli animali. E’ quanto rivelano due dipendenti in anonimato che hanno lavorato per diversi anni in un laboratorio di sperimentazione animali, oggetto di un’inchiesta scioccante.

Nel mese di ottobre 2019, è stata diffusa una video inchiesta, condotta tra dicembre 2018 e marzo 2019, con immagini raccapricciante sulle condizioni in cui gli animali vengono trattati e sottoposti a test dolorosi nel più grande laboratorio privato, Laboratorio di Farmacologia e Tossicologia (LPT) nello Schleswig Holstein, Bassa Sassonia, in Germania. Con circa 175 dipendenti, LPT effettua sperimentazioni sugli animali per aziende di tutto il mondo.

Il caso è rimbalzato sulle pagine dei quotidiani, sollevando nuovamente la questione etica e morale sul proseguire questo tipo di sperimentazione che usa gli animali come cavie, laddove, oggigiorno molti paesi e le stesse direttive dell’Unione Europea promuovano i metodi alternativi.

Falsificazione dati sperimentazione animali

All’indomani dell’inchiesta, condotta da Cruelty Free International, alcuni dipendenti del laboratorio hanno fatto ulteriori rivelazioni, sostenendo che la dirigenza del laboratorio li ha costretti ha falsificare i dati di alcuni test per poter continuare ad eseguire alcune ricerche per le aziende committenti.

Alterazione di dati, modifica delle dosi e sostituzione di animali morti con quelli vivi senza informare i clienti. Una pratica che sarebbe proseguita per anni.

Miriam Staudte, del gruppo dei Verde di Amburgo, ha affermato che le accuse mettono in discussione “tutte le ricerche realizzate nel laboratorio”.

L’Autorità per la tutela dei consumatori di Amburgo ha pertanto sollecitato le istituzioni a sospendere le licenze dell’azienda LPT durante le indagini.

Lo scandalo è emerso dopo la diffusione delle immagini di un ex dipendente su come erano condotti i test all’interno del laboratorio. Altri due dipendenti hanno deciso di denunciare la pratica all’ordine del giorno promossa dalla dirigenza sulla falsificazione dei risultati delle sperimentazioni.

Questo significa che gli animali torturati hanno sofferto per nulla, denunciano le organizzazioni animaliste. “Oltre il danno anche la beffa”: le immagini mostravano macachi immobilizzati con staffe metalliche, un beagle morente che si trascinava in un corridoi con un’emorragia interna.

Una delle dipendenti che ha deciso di parlare ha dichiarato che le era stato chiesto di “modificare la dose di una particolare sostanza somministrata ai ratti dopo la loro morte a distanza di qualche giorno dal test e che le era stato anche chiesto di sostituire gli animali morti con quelli vivi senza riferirlo al cliente”.

Un’altra ricercatrice ha confessato e ammesso di essere stata direttamente coinvolta nella falsificazione di dati per anni. Ovvero, se i risultati non soddisfacevano un modello generale gli veniva chiesto di “migliorarli”. La ricercatrice ha sostenuto di essersi rifiutata ma che altri dipendenti avrebbero continuato a falsificarli.

Un portavoce del laboratorio LPT ha negato la falsificazione dei dati: “Gli studi sulla tossicità previsti dalla legge raramente possono portare a decessi imprevisti, i dosaggi vengono quindi ridotti, gli incidenti vengono documentati e riportati. Le informazioni e/o le prove sulla falsificazione dei dati non ci sono note. Sono da escludere considerando il sistema rigoroso di controllo richiesto nella nostra azienda”.

Intanto, il Dipartimento di salute e tutela dei consumatori di Amburgo ha annunciato di aver chiesto ai pubblici ministeri di esaminare il caso.

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Maltrattamento animali nei laboratori di sperimentazione

L’inchiesta che era stata condotta all’interno del laboratorio, mostrava condizioni di maltrattamento del benessere degli animali in piena violazione del regolamento europeo. Beagle, scimmie e gatti oltre che roditori erano sottoposti a vere e proprie torture. Detenuti in condizioni orribili, i beagle avevano delle tubature in gola ed erano costretti ad ingurgitare delle capsule. Sono stati registrati episodi di sofferenza ed emorragie interne mai curate.

Friedrich Mullen dell’organizzazione animalista Soko Tierschutz ha dichiarato che “gli animali muovevano ancora le code quando venivano presi per essere soppressi e che i cani erano alla disperata ricerca di un contatto umano”.

“Il trattamento peggiore – prosegue Mullen- è stato riservato alle scimmie. I macachi sono piccoli primati relativamente leggeri, che vengono spesso utilizzati per la sperimentazione. Venivano tenuti in spazi angusti e molti esemplari hanno sviluppato tendenze compulsive. Infine, i gatti ricevano fino a 13 iniezioni al giorno da professionisti non addestrati e venivano lasciati soffrire”.

Secondo l’organizzazione Cruelty Free International: “I test di tossicità comportano l’avvelenamento degli animali per vedere quanta sostanza chimica o farmaco sia necessaria per causare gravi danni, nel tentativo di misurare la dose sicura per l’uomo”.

“Gli animali sottoposti a iniezioni, costretti a mangiare o inalare quantitativi di sostanze per misurare gli effetti tossici che possono essere gravi. Tra i sintomi: vomito, emorragie interne, difficoltà respiratoria, febbre, perdita di peso, letargia, problemi della pelle, insufficienza d’organi vitali e persino la morte. Non vengono forniti anestetici o antidolorifici”, dichiara Michelle Thew, Amministratore delegato di Cruelty Free International.

“La nostra indagine ha rivelato spaventose sofferenze degli animali, cure inadeguate, cattive pratiche e violazioni della legge europea e tedesca”, afferma la Thew.

Alla luce di quanto emerso, Cruelty Free International chiede “la chiusura del Laboratorio di Farmacologia e Tossicologia (LPT) e una revisione completa dell’uso degli animali nei test di tossicità regolamentati in Europa, incluso il Regno Unito.

Sul caso, la polizia ha avviato un’indagine.

Ecco alcune immagini della video inchiesta:

C.D.

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