Sperimentazione senza animali, progressi dal mondo della ricerca

Sperimentazione senza animali, progressi dal mondo della ricerca

Sperimentazione animale, ulteriori studi svelano la possibilità di un metodo alternativo a quello animale, valido per l’essere umano

La tenerezza dei ratti (Foto Pixabay)
La tenerezza dei ratti (Foto Pixabay)

La sperimentazione animale è un tema che continua a suscitare proteste e indignazione da ogni parte d’Italia. Ovviamente, in primo luogo, i dissensi provengono dagli animalisti che non considerano accettabili i metodi con i quali gli animali vengano utilizzati per condurre esperimenti relativi agli effetti dei farmaci sull’uomo e all’evolversi delle malattie. Tuttavia, il quesito che continua a balenare nella mente di coloro che sono contrari a tale pratica, è solo uno: esistono dei metodi alternativi? Scopriamoli insieme, grazie all’intervento degli esperti in materia.

Sperimentazione animale, un passo in avanti per i metodi alternativi

La tristezza del ratto (Foto Pixabay)
La tristezza del ratto (Foto Pixabay)

La risposta alla domanda degli animalisti ma anche semplici persone contrarie all’impiego dei quattro zampe, proviene dal mondo della ricerca. Un’esponente di tale ambito, Raffaella Colombo ricercatrice del Laboratorio di Analisi Chimiche Tossicologiche di Nutraceutici ed Alimenti del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Pavia, ci fornisce le risposte che stavamo aspettando.

Uno tra i temi analizzati dalla ricerca, concerne gli effetti dell’alcol sulle persone. Il test effettuato per capire quali sono le conseguenze dell’assunzione dell’alcol da parte dell’uomo, è quello relativo all’esito prodotto dall’etanolo e dai suoi metaboliti. Attraverso tali componenti è possibile analizzare la modalità di assorbimento dell’etanolo, insieme alla formazione dei metaboliti, per studiare l’impatto che detengono sulle membrane e sui meccanismi cellulari, provocando la tossicità. Per tale tipo di esperimento, gli animali impiegati sono i ratti perché sono dotati di una fisionomia simile a quella umana. Inoltre si possono reperire facilmente, non sono costosi e non comportano difficoltà nella loro gestione.

Tuttavia, il mondo della ricerca sta tentando di sostituire l’utilizzo degli animali con delle pratiche alternative che abbiano però il medesimo fine. Infatti, nonostante tali pratiche siano ancora in fase di studio, si stanno valutando eventuali metodi sostitutivi, partendo dallo studio delle cellule in vitro che riduce di ben 40 volte il numero degli esseri impiegati. Una cifra considerevole che diminuirà ancora di più se verrà impiegato un modello che ricrea le stesse caratteristiche del corpo umano.

Sperimentazione animale, il probabile modello sostitutivo

La tenerezza in uno scatto (Foto Pixabay)
La tenerezza in uno scatto (Foto Pixabay)

Uno di questi è il modello cellulare multi-organo avanzato in grado di riprodurre il sistema gastrointestinale. Il modello evidenziato non è altro che una piattaforma che offre il vantaggio di ricreare il sistema gastrointestinale piastrando le cellule umane.

Inoltre, la sostanza test potenzialmente tossica analizzata è il metilgliossale, una sostanza che non solo viene prodotta a livello fisiologico ma essendo inserita all’interno di particolari alimenti, è responsabile di patologie come il diabete. Il vantaggio derivante da questa nuova creazione sarebbe di gran lunga molteplice perché permetterebbe di valutare l’aspetto positivo e negativo dell’assorbimento e relativa assimilazione di sostanze differenti, presenti anche in alimenti e farmaci e potrebbe essere una valida alternativa all’impiego animale.

Tuttavia, Raffaella ci spiega come “attualmente, non possiamo ancora sapere se i test privi di animali abbiano la medesima valenza di quelli con i quattro zampe ma è necessario realizzare esperimenti con concentrazioni diverse di etanolo, replicarli un numero definito di volte, valutare bene l’ assorbimento e la formazione di metaboliti, citotossicità e infine istituire un paragone tra i dati raccolti con la letteratura pubblicata che utilizza i modelli animali. Dopodichè è fondamentale comprendere se questi modelli in vitro, possano essere predittivi di ciò che avviene con l’uomo, senza usare gli animali, che ci auguriamo fortemente“.

Un augurio al quale ci uniamo anche noi, nella speranza che possa essere la prima di tante altre scoperte alternative all’impiego dei nostri amici animali.

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B.F.

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