In tema di ricerca contro i tumori al fegato, arriva dall’Inghilterra un importante aggiornamento. Che ha a che fare con gli animali. Il cancro al fegato ha sempre comportato basse possibilità di sopravvivenza per chi ne viene colpito, e sta diventando il secondo tipo più letale al mondo. Adesso però gli studiosi del ‘Wellcome and Cancer Research UK’ di Cambridge hanno sviluppato delle piccolissime forme di tumori, chiamati in gergo ‘tumoroidi’, da impiegare nella ricerca. La buona notizia consiste nel fatto che in tutto ciò non è più contemplato l’utilizzo di animali come cavie. Cosa che ha spesso mostrato scarsi risultati, visto che i modelli su animali presentavano diversità rispetto a quello umano.
Gli studiosi d’Oltremanica hanno saputo ricreare una reale struttura tumorale in miniatura partendo da delle cellule umane. In tal modo si opera direttamente su una struttura propria della nostra specie, senza alcuna differenza di sorta con quelle animali. Gli esperimenti che prevedono l’utilizzo di quest’ultimi, anche al di fuori della ricerca su determinate specie di cancro, vanno avanti. Tanti sono gli animali che vengono sacrificati nelle ricerche in ambito farmacologico, spesso davvero in maniera inutile e senza alcun risultato apprezzabile.
E la LAV, Lega Anti Vivisezione, fa sapere che c’è una direttiva da parte dell’Unione Europea. Riguarda la sperimentazione e l’uso di animali nella stessa, con il regolamento apposito che ne limita l’utilizzo, anche se non è per nulla soddisfacente, al punto da portare la stessa LAV ad affermare che mentre i modelli non animali avanzano, il nostro paese e la stessa UE restano molto indietro. La Lega Anti Vivisezione dice che da diverso tempo si batte per ottenere delle misure e delle sanzioni più severe in materia, ma che non ha ancora ricevuto delle risposte soddisfacenti in questo senso.
Come pochi punti accettati dall’associazione animalista c’è l’obbligo da parte delle cause farmaceutiche di utilizzare primati solamente se cresciuti in cattività. Almeno questo aspetto fa si che vengano limitate le catture all’interno del loro habitat naturale. Inoltre è stata promessa maggiore trasparenza sui processi della stessa sperimentazione. Intanto in tema di malattie l’apporto degli animali è utile solo in certi casi. Decisamente più lieti.
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