Gli hanno sparato alla testa: quella del cane “è stata un’esecuzione”, la risposta al vergognoso atto di crudeltà su Bucky.
Quella del cane Bucky “è stata un’esecuzione” ha tutti gli effetti, denunciano i volontari del “Tucker Country Animal Shelter” che hanno deciso di condividere su Facebook la sua storia in seguito al suo recupero nel mese di marzo. Il fido, già vittima di un colpo d’arma da fuoco, era stato legato a un albero in una zona isolata e poi crudelmente abbandonato lì al suo destino.
Hanno sparato alla testa al cane: “è stata un’esecuzione”. Vergognoso – VIDEO
Ora Bucky – nonostante porti ancora i segni di tanta violenza sul suo volto, dove è visibile una profonda cicatrice, ma fortunatamente adesso in via di guarigione – ha la luminosa speranza di nuova vita davanti a lui.
Bucky è un esemplare di Pitbull amatissimo dai suoi soccorritori. Dopo il suo salvataggio in una foresta è stato immediatamente affidato alle cure dei professionisti nella rinomata clinica veterinaria di Bredel, negli Stati Uniti. Le autorità locali, che stanno indagando sul caso per identificare i colpevoli, avrebbero ipotizzato che si sia trattato di uno sparo a bruciapelo.
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Inoltre, come esauriente risposta al mito del Pitbull aggressivo l’organizzazione no-profit di “HART for Animals”, in collaborazione con il rifugio di “Tucker Country Animal Shelter”, ha infine testimoniato la docilità dell’esemplare a 360°. Mentre Bucky era sottoposto a un periodo di riabilitazione di 15 giorni, dopo essersi confrontato con un trauma così grave, non avrebbe mai mostrato comportamenti anomali al personale dell’équipe veterinaria.
Ad affiancarsi alla storia di Bucky vi è anche quella del piccolo cane eroe, Pincky. Il caso di maltrattamento del piccolo Chihuahua – similmente all’abuso del Pitbull Bucky – ha fatto indignare una comunità locale che ha scelto di rendere lui omaggio. Il cagnolino avrebbe perso la vita in Messico mentre cercava di difendere la sua casa dei suoi proprietari da alcuni malviventi entrati illegalmente nell’abitazione.
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Al termine del suo percorso di recupero Bucky ha lasciato scodinzolante la clinica tra gli abbracci commossi dei suoi inservienti e ha potuto beneficiare di una nuova casa per sempre. Il Pitbull, ristabilitosi, è stato adottato da una famiglia del posto. I suoi umani neo-genitori hanno dato a Bucky, in occasione dell’inizio ufficiale della sua seconda vita, un nuovo nome: Sut.