Non siamo in Pakistan né tanto meno alle Mauritius o in India, dove i randagi vengono uccisi per le strade nell’ambito di piani strategici istituzionali per la lotta e il contenimento del fenomeno del randagismo oppure nei paesi che come in Giappone, nei canili, gli animali vengono soppressi con modalità sconcertanti, in delle camere a gas che provocano una morte lenta e dolorosa.
Una “banalizzazione del male” che viene perpetrata dalle stesse istituzioni che, al contrario, dovrebbero essere garanti delle nozioni di moralità. Fa scalpore la notizia, diffusa dal Partito Animalista Spagnolo (Pacma) riguardo alla battuta di caccia contro cani e gatti randagi approvata dalle autorità regionali di Castilla-La Mancha che dava il via libera all’uccisione dei randagi per arma da fuoco.
La decisione è stata fortunatamente bloccata dalla Direzione Provinciale del Ministero dell’Agricoltura, dell’Ambiente e dello sviluppo rurale, grazie alle pressioni dei partiti e delle associazioni animaliste. Secondo le indiscrezioni, il governo locale aveva individuato un’area di caccia dove poter eliminare gli esemplari “rinselvatichiti”. Una vera e propria esecuzione per gli animalisti.
Tuttavia, si tratta di una pratica che, come sottolinea il Pacma, lo stesso Governo nel 2014 aveva approvato con una legge che prevedeva caccia notturna, l’uso di furetti, cani da tana e l’uso di fucile calibro 22: “Si tratta delle modalità più crudeli della caccia”, chiosa il Pacma.
Con il cambio dei vertici e dei partiti alla guida del paese, con il PSOE e il sostegno di Podemos, la legge fu sospesa. Questo metodo era stato anche applicato per le capre rinselvatichite della Sierra di Guadarrama, bloccato recentemente grazie all’intervento del Pacma.
“Solo poche settimane fa, siamo riusciti a bloccare la strage di capre nella Sierra de Guadarrama e oggi siamo riusciti a fermare quella dei cani e gatti randagi nelle provincia di Castilla-La Mancha”, scrive in un comunicato il presidente della PACMA, Silvia Barquero, rimarcando che “rimarremo in attesa di porre fine alle pratiche crudeli dei cacciatori”.
La lotta del Pacma non si ferma e mira a dimostrare la crudeltà della caccia all’interno della società che si rivela anche “una delle pratiche più nocive per l’ambiente, altamente inquinante per le tonnellate di piombo disseminate ogni anno nei campi”.
E’ mai possibile che a livello europeo non vi sia qualche normativa al riguardo?
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