Disabili ma non così tanto! Capita spesso che i cani si diano sostegno a vicenda e che si sentano così meno disabili nell’affrontare la vita.
Tutti abbiamo bisogno del prossimo, soprattutto quando ci troviamo in condizioni di disabilità o di impotenza fisica. Alcune anime però riescono a vivere in simbiosi e a collaborare al punto da far avvertire meno le mancanze anche a chi le ha. Come per la storia di Dante e Clementino, due cani disabili che si danno sostegno a vicenda, migliorando se stessi e le loro vite. Quando un’amicizia va oltre le barriere fisiche, può insegnarci tanto su quanto siano importanti gli altri per ciascuno di noi.
Anche se non ne avremo avuto esperienza diretta di sicuro avremo sentito parlare di Pet Therapy o terapia assistita con gli animali, che evidenzia il ruolo ‘salvifico’ e da guaritori dei nostri amici a quattro zampe: i soggetti cui solitamente vengono affiancati degli animali sono solitamente anziani, bambini o persone in particolari condizioni psico-fisiche.
Ma alle volte le vicende ci insegnano che gli animali, e in particolare i cani, possono essere di sostegno non solo a noi umani ma anche tra loro stessi: infatti soprattutto quegli esemplari che hanno una menomazione o una disabilità fisica possono ‘sfruttare’ amorevolmente il corpo e le capacità fisiche dell’altro, offrendo in cambio ciò che all’altro manca. Per capire meglio, c’è una storia in particolare che tocca il cuore, quella di Clementino e Dante.
Due cani disabili: il primo sordo dalla nascita, il secondo che un tempo era frizzante e allegro ha perso l’uso di una zampa, proprio a causa della sua irruenza che gli ha procurato un grave incidente. Insomma due storie come tante che però sono diventate speciali grazie all’apporto che l’uno ha portato alla vita dell’altro. Il nome del cane sordo è Clementino mentre quello dello zoppo è Dante.
In realtà a guardarli insieme quasi ci si dimentica delle loro disabilità perché Clementino riesce a sentire il mondo grazie alle orecchie di Clementino, che gli fa cosa accade intorno a loro così da non farlo sentire spaesato, mentre Dante ha riacquistato quella gioia di vivere, che gli era venuta a mancare quando un incidente non gli aveva più permesso di correre e saltare. Insomma insieme riescono l’uno a compensare le ‘mancanze’ fisiche dell’altro, in un rapporto che va oltre l’amicizia e che somiglia più a una simbiosi.
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Da storie come questa abbiamo sicuramente la possibilità di imparare tanto: dall’importanza dell’amicizia all’invito a non mollare mai, anche quando le vicissitudini della vita sembrano non essere favorevoli. E soprattutto nelle condizioni di disabilità, sia fisica sia mentale, è molto importante non arrendersi, accettare l’aiuto del prossimo dando in cambio quello che si ha a disposizione, e che magari manca all’altro.
Insieme si può anche crescere e maturare, così come è successo a Dante, che ha imparato ad essere meno irruente, più tranquillo e pacato come Clementino, mentre quest’ultimo ha potuto scoprire particolari del mondo che forse per la sua disabilità dalla nascita non aveva mai avuto modo di apprezzare o ad avere meno paura. Infatti, non potendo sentire in anticipo ciò che stava per accadere, avvertiva tutto come un pericolo e aveva costantemente paura: ora c’è Dante ad avvertirlo ed eventualmente a proteggerlo.
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