Sospesa la condanna a morte per una cucciola in Svizzera
E’ stata sporta una denuncia contro ignoti per importazione illegale di animali. A seguito del caso della piccola Laika, una cucciola proveniente dall’Ucraina, che è passata dalla Finlandia. La cucciola di soli 5 mesi è stata condannata all’eutanasia dal veterinario dell’Ufficio cantonale del Ticino, in Svizzera, in quanto non risultava un vaccino idoneo alla rabbia. Erano state infatti individuate anomalie nella procedura d’importazione e una risposta immunitaria non efficace a sufficienza contro la rabbia.
L’eutanasia prevista per il 3 giugno è stata al momento sospesa, come riporta il Corriere del Ticino, grazie al ricorso presentato al Consiglio di Stato, dal proprietario dell’animale, disperato per essere responsabile della possibile morte della cucciola.
Diverse associazioni si erano prestate a fornire sostegno al padrone di Laika. Tra le quali l’associazione Animalife.
“Animalife si è offerta per cercare una soluzione, una volta che abbiamo appreso del caso dal vostro giornale. Abbiamo proposto di portare il cane in Italia per un periodo di quarantena, sotto la nostra tutela, ma secondo le autorità ticinesi il caso è potenzialmente troppo rischioso. L’alternativa sarebbe riportare il cane in Ucraina, ma l’allevatore non sarebbe disposto a riprenderselo”, ha dichiarato il presidente dell’associazione Nash Pettinaroli, precisando che “quando ci sono dei casi di questo genere, la soppressione è da considerarsi come l’ultima ratio. È un fatto raro che accada e ho constatato che c’è maggiore severità da parte delle autorità sanitarie d’oltregottardo. Ciò non toglie che i padroni debbano essere i primi a rispettare le leggi. Per ogni tipo di animale ci sono norme apposite e sono facilmente reperibili”.
Secondo i dati forniti dal presidente della Società protezioni animali di Bellinzona (SPAB), Emanuele Besomi quello di Laika non sarebbe un caso isolato. “Si registrano almeno 1-2 casi di importazioni sospette in Ticino ogni mese. Questo malgrado le regole da seguire per introdurre animali dall’estero siano chiarissime e siano accessibili su diversi siti istituzionali”, ha sottolineato Besomi che al momento non vuole esprimersi sul caso Laika.
“Intendo cogliere l’occasione per ricordare a tutti come la rabbia sia una malattia pericolosissima e incurabile. Certe norme severissime servono innanzitutto per tutelare la salute delle persone. In alcuni Paesi il rischio di contrarre la rabbia è ancora piuttosto concreto. Immaginate che cosa potrebbe succedere se ci fosse un caso in Svizzera, se disgraziatamente un esemplare contagiato dovesse entrare in un canile. Si metterebbe a rischio la vita dei volontari, che sono i primi ad amare con tutto il cuore gli animali, e si potrebbe generare il panico tra la popolazione, col rischio di vedere abbandonati altri cani”, ha tenuto a ribadire Besomi, invitando i cittadini a verificare “proposte di cani sospette”.
C.D.
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