Interessante scoperta da parte di un gruppo di studiosi dell’Università di Oxford, che hanno osservato per un certo periodo di tempo il comportamento di una determinata specie di pesce tropicale. E’ stato notato che questo esemplare è in grado di saper distinguere i volti umani pur non essendo dotato il suo cervello della neocorteccia, la parte deputata allo svolgimento di tale funzione come di altre azioni cognitivamente complesse. Parte naturalmente presente nell’uomo ed in altri animali intelligenti.
La specie in questione è chiamata “pesce arciere” e si contraddistingue per le ottime capacità visive che gli sono necessarie per la sopravvivenza nelle acque dell’Australia e del Sud-Est Asiatico. La loro dieta è costituita in prevalenza da insetti, che colpiscono con rapidi e precisi getti di acqua per poi ingurgitarli in tutta comodità. Lo studio condotto su un gruppo di 8 pesci arciere consisteva nel far colpire loro un volto umano tra i due proposti su uno schermo collocato sopra all’acquario che li ospitava, e quando colpivano il volto giusto ricevevano in cambio del cibo.
Poi l’esperimento è stato reso più interessante, introducendo altri 44 visi di persone, talvolta anche in bianco e nero e con altre alterazioni. ma anche nonostante questo nuovo fattore i pesci sono stati capaci di riconoscere il volto “incriminato” in oltre l’80% dei casi. E’ la prima volta che questa capacità viene osservata in un pesce e si crede che la stessa fosse appannaggio solamente di specie più intelligenti. L’abilità del pesce arciere ha dimostrato invece che non è necessario possedere un cervello sviluppato per riconoscere una faccia nello specifico. In compenso alcuni pesci sanno apprezzare benissimo il gusto della birra.