Anche noi abbiamo il nostro Hachiko: la storia del cane che ha aspettato il ritorno del suo padrone per ben 14 anni e il monumento a lui dedicato.
Una storia di amore e fedeltà incondizionata che supera i confini del tempo e dello spazio: sembra la storia del cane Hachiko, che ha atteso per anni (e invano) il suo padrone che in realtà non avrebbe mai più potuto fare ritorno. Una storia simile e nostrana possiamo raccontarla anche noi: è quella di Fido, il cane che ha aspettato il ritorno del suo padrone per ben 14 anni. La sua lealtà incondizionata è stata ‘premiata’ con un monumento in suo onore: ecco la sua storia.
Non si tratta di un Akita Inu che aspettava il padrone all’angolo della stazione ogni giorno, al ritorno dal lavoro, bensì di un meticcio vissuto al Mugello, e precisamente a Borgo San Lorenzo nel 1941. Ma la storia sembra la stessa, anche se i protagonisti sono diversi: Fido, questo il nome della versione italiana di Hachiko, ha atteso per ben 14 anni il ritorno del suo padrone alla fermata della corriera del borgo toscano.
Ma avrebbe purtroppo atteso invano, esattamente come il cane giapponese del film omonimo, perché il suo padrone, Carlo Soriani, aveva perso la vita durante un bombardamento avvenuto nel 1943: il suo fedele Fido lo attendeva dunque invano alla fermata della corriera dove solitamente usava scendere. Ma come avvenne l’incontro tra i due?
Era una fredda sera invernale e fu Carlo Soriani a trovare questo cucciolo di cane infreddolito per strada quando decise di adottarlo e di portarlo a casa con sé: lo avrebbe chiamato Fido, un nome ‘generico’ per un esemplare che però si sarebbe dimostrato molto speciale. Seppur così piccolo aveva dato prova di grande coraggio e resistenza, quando ferito e finito in un fosso, restò in attesa che qualcuno lo salvasse: per fortuna arrivò questo operaio di Luco, frazione di Borgo San Lorenzo.
Se vuoi saperne di più, leggi un nostro approfondimento sul tema >>> Proprio come Hachiko: cane attende il padrone per 12 anni e la città lo omaggia
E’ stato amore a prima vista quello tra Fido e il signor Soriani: il primo attendeva ogni sera che il suo umano tornasse dal lavoro, almeno fino al 30 dicembre 1943. Borgo San Lorenzo fu pesantemente bombardata e, tra le vittime, vi era anche il gentile Soriani. Ma Fido non sapeva che l’attesa del suo padrone si sarebbe rivelata vana quella sera e continuò a fare lo stesso tragitto per i successivi 14 anni, fino alla sua morte.
La sua storia non poteva passare inosservata: fu così che il sindaco di Borgo San Lorenzo gli conferì il diritto di circolare liberamente in città senza la museruola, trattandosi di un cane non pericoloso e dopo lo insignì di una medaglia d’oro. Ma i riconoscimenti non si sarebbero fermati lì: nella centrale Piazza Dante ancora si erge il monumento dedicato a Fido, sul quale si legge: ‘A Fido, esempio di fedeltà’.
La vita di Fido si concluse nel 1958 ma il suo ricordo, grazie anche alla statua che lo raffigura, è rimasto nei cuori degli abitanti toscani del suo paese. E le stesse spoglie di questo fantastico cane sono state sotterrate all’esterno del cimitero di Luco, dove riposano quelle del suo amato padrone.
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