Il sindaco di Genova affogava i gatti da bambino
Sono parole agghiaccianti quelle pronunciate dal Sindaco di Genova, Marco Bucci nel corso di una seduta con la Giunta sul tema del decoro pubblico, dei randagi e deiezioni degli animali.
“Io da bambino prendevo i gattini appena nati, li chiudevo in un sacchetto e li affogavo. E le mamme che non riuscivo a prenderle, le infilzavo con le stecche degli ombrelli, per ucciderle. In più, fosse per me, sopprimerei tutti i cani”.
E’ quanto ha raccontato il primo cittadino, affrontando l’argomento deiezioni dei cani, probabilmente esasperato dalle lamentele dei cittadini.
Ovviamente, la dichiarazione ha sollevato non poche polemiche, tanto che è stata immediata la replica del portavoce del sindaco, precisando che “la frase non corrisponde al vero. Chi l’ha riferita ha estrapolato e interpretato una frase dal contesto di una conversazione”.
Un “ça va sans dire” ovvero “sono cose che si dicono”, una gaffe fuori luogo che di certo ha avuto un suo effetto. La fuga di notizie non è certo stata apprezzata dal Primo Cittadino che avrebbe già capito chi ha spifferato ai media. Marco Bucci ha preferito mettere a tacere probabilmente per non alimentare la bufera.
Di certo, le parole di Bucci non sono passare inosservate in primi al Presidente della Lav Gianluca Felicetti che in un tweet ha commentato le affermazioni del Sindaco di Genova.
Anziché proporre delle iniziative da un punto di vista del decoro pubblico, magari incentivando la pulizia delle strade con operatori del comune, è più semplice prendersela con gli animali.
Le dichiarazioni di Bucci sono state commentate anche da Rinaldo Sidoli, presidente di Alleanza Popolare Ecologista (Ape) che ha condannato “con forza le parole che avrebbe dichiarato il sindaco di Genova Marco Bucci sulla gestione dei randagi. Ricordiamo al primo cittadino che l’uccisione e il maltrattamento animale è un reato penale. Non sarebbe solo una una battuta di cattivo gusto o un racconto di un’infanzia segnata dal sadismo, ma è anche istigazione a delinquere che porta all’emulazione”.
Sidoli ha espresso rammarico per il “linguaggio di violenza”, dichiarando che “qualora fosse dimostrata la veridicità delle affermazioni riportate dal quotidiano Repubblica chiederemo con forza le sue dimissioni appellandoci alla Legge Severino”.
Quello che emerge è senz’altro un racconto fuori luogo del Sindaco frutto di una mentalità arcaica dai retaggi medievali, senza considerare le leggi attuali in materia di maltrattamento e uccisione di animali. Quello del Sindaco è un messaggio di cattivo gusto e pericoloso in quanto potrebbe spingere persone malintenzionate a compiere gesti crudeli nei riguardi degli animali.
Da un punto di vista psicologico, la questione è alquanto imbarazzante, considerando alcuni studi, dai quali è emerso che chi è violento con gli animali nell’infanzia potrebbe rivelarsi un adulto pericoloso per la società stessa.
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Ovvero, il rispetto per gli animali è una prerogativa per una crescita equilibrata di un individuo. Ecco perché è importante far passare il messaggio contrario ovvero che oggigiorno non è più ammissibile sentire affermazioni di questo tipo.
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C.D.
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