Maxi sequestro di 78 cani da combattimento, tra i quali Pit bul, Dogo Argentino e American Staffordshire Terrier. L’operazione è scattata lo scorso 16 aprile, dopo mesi d’indagini mirate a sgominare una rete di combattimenti illegali tra cani.
Gli esemplari erano sparsi per diverse tenute tra la Liguria, il basso Piemonte e la Provincia di Palermo dove sono state trovate delle vere e proprie palestre, tapis roulant, gabbie per aumentare l’aggressività e tutti i farmaci necessari a potenziare la forza dei cani.
Si tratta di due allevamenti clandestini di esemplari provenienti dall’Europa dell’Est: a Vallecrosia in provincia d’Imperia vi erano 40 mentre a Rea in provincia di Pavia sono stati sequestrati 39 cani.
“Una delle più orribili e ripugnanti forme di maltrattamento nei confronti degli animali”, ha commentato Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli e dell’Ambiente.
Secondo la ricostruzione dei fatti, l’indagine è partita nel mese di novembre con un controllo del commissariato di Ventimiglia a Vallecrosia dove è stato individuato un primo allevamento clandestino con molti cani senza micro-chip ed evidenti cicatrici. Da quel momento in poi, l’indagine si è estesa a Genova arrivando ad un imprenditore di Ceranesi, proprietario di tre pitbull, con un violento passato che si vantava di allenare da combattimento. L’uomo è stato oggetto di pedinamenti vari fino alla maxi operazione che si è conclusa in questi giorni con ben 12 indagati, tra i quali, due persone, proprietarie di un circolo a Rea e tre ospiti. Quattro uomini e una donna hanno fatto a tempo a scappare nei campi attraversi un tunnel segreto accessibile da una porta celata dietro un armadio. Le forze dell’ordine, durante l’irruzione hanno trovato un pitbull solo impegnato in un incontro, mentre l’altro cane, probabilmente era stato fatto sparire in quanto sul pavimento vi erano degli stracci imbevuti di sangue, laddove il pitbull individuato non aveva ferite: “Quando gli agenti sono entrati hanno trovato tracce di sangue per terra e stracci imbevuti di sangue evidentemente usati per tamponare le ferite dei cani che stavano combattendo. Uno lo abbiamo trovato in mezzo a un’altra quarantina, tenuti in un piccolo edificio abusivo non distante dalla casa, l’altro è scomparso. E’ probabile che sia stato abbattuto, c’era sangue anche nei campi”, ha dichiarato il responsabile della Mobile di Genova Annino Gargano.
Tra gli indagati, anche un veterinario che provvedeva alle cure e a somministrare i farmaci ai cani.
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