Il caso degli allevamenti di bufale in Campania torna in primo piano dopo che su Rai due, nella trasmissione “Animali come noi” di Giulia Innocenzi sono state documentate di nuovo le condizioni di orrore in cui vengono sfruttate le bufale per realizzare prodotti di prestigio “Made in Italy”, ovvero le mozzarelle.
Purtroppo, da quando nel 2014, la Lav diffuse le immagini agghiaccianti di un’inchiesta condotta in questi allevamenti, a distanza di tre anni, le cose ancora non sono cambiate. A dire il vero, viene evidenziato un palese peggioramento non solo delle condizioni igenico sanitarie delle strutture ma sopratutto i maltrattamenti riscontrati e perpetrati contro queste povere bestie: picchiate con martelli e bastoni, ferite sulle gambe legate in sala mungitura, piaghe non curate con infezioni e mastiti provocate dalla produzione a catena. Infine, sono stati trovati farmaci illeciti. Infatti, è diffuso in questi ambienti provocare gravidanze o bloccarle in base alla produzione.
L’eccellenza del prodotto in realtà cela gli orrori di una catena alimentare che si rivela essere sempre più una violenza pianificati e consentita dalle stesse istituzioni.
In questo scenario vi è anche un altro triste fenomeno quello dei vitellini maschi delle bufale, lasciati morire o uccisi in modo crudele, dopo l’allontanamento doloroso dalla madre. Non a caso, la storia che abbiamo raccontato di una mucca Maybelle ci ha mostrato l’affetto e il legame profondo che si crea con il vitello e solo l’idea di pensare alla separazione di una madre dal suo figlio fa rabbrividire. Secondo i dati dell’anagrafe zootecnica, si contano 70mila, forse 120mila cuccioli abbandonati a morire di fame. Un sistema illegale e vergognoso sul quale nessuno interviene e che spesso trova la complicità degli stessi veterinari.
E’ stato pertanto lanciato un appello ai ministri dell’ambiente e della salute che non si sono espressi sul caso per cui è stato denunciato l’assenza delle istituzioni che non fanno rispettare le leggi e le norme sulla salute per questi prodotti di origine animale.
Ecco il video di un’inchiesta del 2015, rilanciata dal programma della Innocenzi. Le immagini parlano da sole e non hanno di certo bisogno di parole per descrivere quello che subiscono questi poveri animali.