Sei cuccioli di cane sono stati trovati, chiusi, dentro uno scatolone: venivano trasportati in modo del tutto illegale. Ora sono sotto stretta sorveglianza.
La delinquenza va combattuta, con ogni mezzo a disposizione. Purtroppo viviamo ancora i un mondo dove darsi pace e fare la pace non è cosa condivisa da tutti. Molte parti della Terra sono in condizioni precarie e finire nel delinquere, anche per i più giovani, è davvero facile.
Per questo ci vogliono politiche comuni, che puntini alla salvaguardia del cittadino, e di qualunque altro essere vivente, al fine di raggiungere un bene comune e in modo da dare respiro a un mondo che si tiene sul filo di rasoio, in condizioni precarie, pronte a esplodere da un momento all’altro. Proprio com’è successo con la pandemia da coronavirus.
Torniamo alla delinquenza dei giorni nostri. Purtroppo, nei giri d’affari loschi, in business illegali, in movimenti a dir poco sporchi, sono coinvolti anche i nostri amici a quattro zampe. Com’è successo a sei cuccioli di cane trasportati, dall’Est Europa fino all’Italia, in modo del tutto illegale. Ma prima di entrare nel vivo del grave fatto, è doveroso, quando accadono eventi di questo genere, entrate nel merito di un’altra questione. Che deve essere assimilata, come pensiero, il prima possibile.
Non stiamo qui a cercare le colpe. Per quello c’è un tribunale, con tanto di giudici e avvocati, che decidono sull’atto in sé. Siamo qui per spiegare e, casomai, cercare di capire le responsabilità che ci sono dietro alcune gesta che niente hanno a che fare con la ricerca di un bene comune e la salvaguardia di altri esseri viventi come noi.
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Sei cuccioli della razza maltese, sono stati salvati dalla Guardia di Finanza di Venezia, durante un’operazione avvenuta nella zona di San Donà di Piave, comune del capoluogo veneto. Gli agenti hanno fermato un furgone sospetto, proveniente dall’Est Europa, con dentro i sei cani.
Quest’ultimi versavano in condizioni pessime. Senza cibo, né acqua, ammassati tra di loro e con un piccolo filo d’aria che arrivava tramite uno spiraglio di uno scatolone chiuso, imballato, in modo che non si potessero ribellare. Il furgone è stato sequestrato, l’uomo denunciato per maltrattamento sugli animali e trasporto illecito e i cuccioli destinati a una clinica veterinaria limitrofa al posto dell’operazione di salvataggio.
Questo è il quadro, stretto, della storia. Ma cosa c’è dietro a tutto ciò? C’è la responsabilità soggettiva, di chi, tra di noi, ancora oggi, si ostina a voler comperare dei cani. Non solo in Italia, ma anche dall’altra parte d’Europa, rischiando di farli arrivare con un carico illegale. Con un trasporto che puzza di soldi sporchi.
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La razza (e dovremmo ormai saperlo bene) non conta niente. Ciò che conta è l’amore e la voglia di aiutare un animale a vivere una vita migliore. Per fare tutto ciò esiste l’adozione attraverso i numerosissimi rifugi, canili e gattili sparsi per l’Italia, in ogni città, comune o paese possibile. Se si vuole fare un “regalo” al proprio figlio o al proprio nipote, si deve cominciare con lo spiegare loro che gli animali non sono oggetti da soprammobile. Salvarli da situazioni disastrose è l’unica via che abbiamo per rimettere in equilibrio le sorti di un mondo marcio. Voluto, marcio, da noi. Anzi, dalle nostre pessime scelte collettive e individuali.
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