Sdegno a Terlizzi: carcassa di cane con segni di trascinamento

Foto dell'autore

By lotta75

News

meticcio

E’ sdegno e polemica a Terlizzi, in provincia di Bari, dopo il ritrovamento della carcassa di una cane, lungo la strada. L’animale, un meticcio di piccola taglia, presentava delle ferite da trascinamento.
Una notizia raccapricciante che è subito rimbalzata sui social network dove gli utenti hanno aspramente condannato questo barbaro rituale e atto di uccisione: il cane era legato e alla zampa sono state constate delle ferite ed escoriazioni lungo il corpo che non lasciano margine di dubbio, per cui il cane sarebbe morto dopo una lunga agonia e sofferenza provoca dal trascinamento con un mezzo.

Il corpicino della povera bestiola è stato ritrovato dalle guardie zoofile sul ciglio di una strada, in stato di putrefazione. La morte dell’animale dovrebbe risalire a qualche giorno. Ovviamente, come accade nella maggior parte di questi casi, il cane non aveva un microchip. Accertata la brutale uccisione, le guardie zoofile e la Asl veterinaria hanno ricordato che il maltrattamento di animale è un reato penale.
Ci sono numerosi casi di cronaca non solo italiana di cani indifesi che vengono traditi dall’uomo: piccoli esseri fiduciosi nell’uomo che si lasciano approcciare senza timore e rimangono vittime della crudeltà barbara e sadica di alcuni individui. Come nel caso di Irgoli in Sardegna, dove lo scorso anno, un cucciolo è morto dopo atroce sofferenze, trascinato per chilometri da un’auto. Ad ucciderlo sono stati un padre di 42 anni e il figlio di 16 anni che hanno legato il cane alla loro auto con una corda al collo perché volevano punirlo in quanto aveva infastidito il loro gregge. Un gesto che fu condannato dall’Enpa che presentò una denuncia, mentre il Comune si è costituito parte civile. Nel processo il padre e figlio rischiano fino a 18 mesi di carcere: per gli animalisti si tratta di una pena troppo ridotta per la crudeltà messa in atto contro un cucciolo innocente.

Gestione cookie