In provincia di Rovigo è stato scoperto e denunciato un cacciatore per aver fatto indossare al proprio cane il collare elettrico. Una violenza inaccettabile.
Continuano le violenze sui poveri cani da parte dei loro proprietari cacciatori che li costringono ad indossare collari elettrici per poterli controllare a loro piacimento. L’uso di questo mezzo è davvero doloroso per l’animale ma i cacciatori continuano ad usarli imperterriti per, a loro detta, educarli al meglio. La Polizia Provinciale di Rovigo ha scoperto nuovi casi durante dei controlli e gli uomini sono stati denunciati e segnalati.
Come se non bastasse, le associazioni venatorio continuano a difendere questi individui e i loro metodi, vere e proprie violenze nei confronti dei loro poveri animali.
Il cane dovrebbe essere un animale da compagnia da amare e da difendere da ogni tipo di violenza, ma spesso questa viene inflitta dagli stessi proprietari. In provincia di Rovigo la Polizia Provinciale ha scoperto e denunciato un cacciatore poiché trovato ad utilizzare collari elettrici sui propri cani. Questo tipo di dispositivo è una vera e propria tortura per l’animale, in quanto creato per inviare impulsi elettrici dolorosi al cane ogni qualvolta che il padrone decide che questo ne “abbia bisogno”. Purtroppo infatti queste persone credono che per educare il proprio animale questo sia il metodo più adatto.
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I cacciatori, dunque, sembrano proprio non avere a cuore il proprio cane e questo tipo di atteggiamento sottolinea quanto questi animali siano per loro solo un mezzo per compiere le loro atrocità, come un qualsiasi altro oggetto da utilizzare durante le battute di caccia.
Purtroppo, nonostante l’uso di collari elettrici sui cani sia vietato – in quanto mezzi violenti che possono danneggiare la loro salute – esistono ancora persone che ne fanno uso e, ancora peggio, negozi specializzati che li mettono in commercio.
Infatti, secondo una sentenza della Corte di Cassazione del 2020, il collare elettrico è in grado di incidere sensibilmente sull’integrità psicofisica del cane attraverso sofferenze che possono avere gravi conseguenze sul loro sistema nervoso.
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Nonostante la sentenza della Corte di Cassazione e le dichiarazioni della Convenzione Europea per la protezione degli animali, moltissimi cacciatori ancora ne fanno uso e una volta scoperti dalle forze dell’ordine questi vengono difesi dalle diverse associazioni venatorie. Così come accaduto al cacciatore della provincia di Rovigo che ha potuto contare sull’appoggio di chi come lui trova normale l’uso di questo mezzo violento.
Quello che la LNDC – Lega nazionale per la Difesa del Cane – si augura è che l’uomo venga punito in quanto riconosciuto il reato previsto dall’art. 727 c.2 del codice penale. (G. M.)
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