Scoperti cannibali in Russia: nel freezer anche resti di animali domestici

Scoperti cannibali in Russia: nel freezer anche resti di animali domestici

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La coppia di cannibali russi

Resti umani, ma anche carcasse di cani e gatti congelate: questo quello che la polizia russa ha trovato nel freezer di due cannibali, Dmitry Baksheev (di 35 anni) e Natalia Baksheeva (di 42). La coppia è accusata di aver ucciso e ingerito i resti di almeno 30 persone. Si pensa che siano in attività dal 1999, come dimostra la foto una testa umana ‘guarnita’ di arance e mandarini. L’unico delitto che per ora è accertato è quello di Elena Vashrusheva, una cameriera 35enne. Ma la donna sembra solo l’ultima vittima della coppia di cannibali.

Saranno i test del Dna a chiarire quanta di quella carne effettivamente appartenga a esseri umani e quante siano le loro vittime. Sembra infatti che in freezer siano state trovate ingenti quantità di carne di manzo. Il primo a crollare e ad ammettere le proprie responsabilità è stato a fine settembre Dmitry Baksheev. L’uomo, però, si autoaccusò solo di due omicidi. Era stata invece la moglie a iniziare a descrivere i macabri dettagli di quanto avveniva. I due compivano i loro crimini in un palazzo abbandonato vicino alla loro abitazione, a Krasnodar.

Il titolare di un supermercato della zona ha spiegato di aver visto entrare nell’edificio la coppia di cannibali con molte persone. Si ritiene che siano state adescate in gran parte su siti di incontri e chat. Parte del corpo delle vittime veniva congelato e pare che servisse per guarnire delle torte salate a base di carne che poi Natalia Baksheeva vendeva nei ristoranti. Quella stessa carne veniva venduta anche alla vicina accademia militare frequentata da molti cadetti.

Chi maltratta gli animali è un potenziale maniaco

Quanto sta emergendo mette i brividi, anche se ci sono degli studi comprovati che sembrano correlare in maniera inequivocabile il fatto di uccidere degli animali con quello di eliminare le persone, o quanto meno compiere contro di esse degli atti di violenza in modi diversi. Le osservazioni erano state condotte dalla Yale University, che snocciola anche alcuni numeri significativi. L’80% dei crimini violenti vede i loro protagonisti responsabili del ferimento grave o dell’uccisione di animali. Chi compie violenze contro cani, gatti e non solo, è potenzialmente cinque volte più soggetto a mettere in atto dei reati contro altre persone. In Australia invece un apposito studio commissionato dalla polizia addirittura parla del 100% dei casi a sfondo sessuale in cui i colpevoli hanno sottoposto a sevizie gli animali.

Alla base di tutto ci sono dei disturbi di natura comportamentale. L’FBI utilizza i rapporti di crudeltà agli animali quando valuta il potenziale di minaccia relativo a sospetti criminali. Diceva il filosofo Albert Schweitzer: “Chiunque sia abituato a considerare la vita di qualsiasi creatura vivente come inutile è fortemente soggetta a pensarla allo stesso modo anche per quanto riguarda la gente”. Esattamente come accaduto a Las Vegas. Ovviamente non tutti i cacciatori sono pazzi come Paddock, ma anche l’idea di uccidere degli esseri viventi ‘per sport’ è dì per se abominevole. Proprio l’FBI considera ora un crimine efferato qualsiasi reato di maltrattamento a danno degli animali.

GM

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