Il collagene dei pesci come soluzione per rimarginare le ferite. Si prospettano novità in materia di scoperte scientifiche.
In tema di scoperte scientifiche sorprendenti, arriva una importante notizia da parte di alcuni studiosi asiatici. Si tratta di un gruppo di scienziati facenti parte della Università Tecnologica Nanyang di Singapore. Questi, coordinati dal professor Cleo Choong, hanno osservato che le squame dei pesci sono dotati di una peculiarità che potrà rivelarsi molto utile. In esse infatti è molto alta la concentrazione di collagene. Si tratta di una sostanza che, se debitamente trattata, può contribuire ad alleviare e curare le ferite di varia entità. Da quelle lievi a quelle di più grande estensione. Lo studio è stato pubblicato anche sula rivista specializzata di settore ‘Acta Biomaterialia’. Sono stati effettuati dei test su delle cavie da laboratorio, dei topi in particolare. (Ed a proposito di ciò, la LAV ha diffuso dei dati estremamente preoccupanti in tema di sperimentazione scientifica).
Scoperte scientifiche, questo è un grosso passo in avanti
Le risposte colte dal team di studiosi sono state positive e hanno sortito gli effetti sperati. Il collagene sollecitava la rigenerazione dei tessuti e la ricreazione di vasi linfatici e di sangue. Inoltre il collagene stesso potrebbe anche essere impiegato allo scopo di dare ai farmaci assunti maggiore efficacia. In tema di scoperte scientifiche, quanto osservato può davvero risultare utilissimo e rivoluzionario in ambito medico. I ricercatori di Singapore hanno anche scoperto come fare per rendere il collagene solubile in acqua senza per forza dover far ricorso a sostanze additive ed acide. Quest’ultime avrebbero danneggiato i farmaci, rendendo vano qualsiasi utilizzo. Invece adesso il collagene potrebbe anche rappresentare la componente fondamentale dei medicinali del futuro. Già oggi questa sostanza viene molto usata nel campo biomedico.
Così si può arginare la sperimentazione animale sui mammiferi
Ma buona parte dei farmaci che si trovano in commercio fanno uso di mammiferi, in particolare pecore, mucche e maiali. Invece usare il collagene estratto dalle squame di pesce – che fino ad oggi sono state considerate sempre come uno scarto – potrà avere numerosi risvolti positivi. Oltre a quanto osservato in tema di scoperte scientifiche, si potrà anche contribuire a limitare l’uso di molti animali nella sperimentazione. Il collagene estratto dai pesci poi è anche più economico, come fanno sapere gli stessi studiosi. Senza tenere in considerazione i costi per la manodopera, l’estrazione i 100 milligrammi ammonta a 4 dollari in media. È il quantitativo che si ottiene da un pesce. Le specie ittiche più proficue sono tilapia e spigole, e l’università in questione ha trovato un accordo con un locale allevamento di acquacoltura per avere una fornitura costante.
A.P.