Dal 2011, la Siria è in guerra. Uno scenario complesso, esploso come guerra civile che si è presto trasformato in un teatro in cui confluiscono interessi geopolitici internazionali e giochi di potere di cui sono vittime come sempre, esseri innocenti come i cittadini, bambini, persone anziane e indifese che non possono scappare e rifugiarsi altrove, sfidando un viaggio verso l’Europa che potrebbe forse salvarli. Una crisi umanitaria senza precedenti che sta provocando un ampio dibattito internazionale. Nelle situazioni di guerra ci dimentichiamo troppo spesso degli animali da compagnia come nel caso dello zoo nella Striscia di Gaza, dove stanno morendo di fame gli animali oppure in Libia dove un veterinario è riuscito a salvare 250 animali domestici, portandoli in Tunisia.
Per quanto riguarda la Siria, sentiamo molte storie di rifugiati che nel dramma della loro fuga cercano di portare con sé i loro animali domestici: come il gatto di Lampedusa, il gatto Dias oppure del giovane siriano che a soli 17 anni ha percorso 500 chilometri a piedi, rinunciando ai suoi effetti personali, per portare con sé il suo cucciolo di cane.
Storie che si dimostrano che gli animali sono ormai membri delle nostre famiglie, per i quali proviamo affetto e amore. Ecco perché dietro a questo dramma umanitario vi è anche quello emotivo che i media tendono a sorvolare, contribuendo a banalizzare le tragedie senza mostrare la realtà delle semplici cose che uniscono i popoli: l’amore, l’affetto, la famiglia, il rispetto della vita, il quotidiano, gli animali.
Un bellissimo approfondimento pubblicato dal sito americano dedicato agli animali Thedodo, racconta come i cittadini rimasti in Siria si siano organizzati per salvare gli animali vittime della guerra. Sul posto opera la Syrian Association for Rescuing Animals (SARA), associazione di tutela degli animali che si sta occupando di recuperare gli animali abbandonati, vaganti o rimasti senza padrone, provvedendo a smistarli poi in rifugi o luoghi dove poterli curare e proteggere.
“Portiamo gli animali nelle nostre cosa e i cani in una fattoria a Damasco”, racconta Tamara Sa, una volontaria di SARA, spiegando di aver smistato una cinquantina di gatti in tre abitazioni e altrettanti cani.
I volontari si spostano con un’ambulanza speciale per trovare animali randagi e al contempo promuovono piccole campagne di sensibilizzazione ai bambini per educarli a rispettare gli animali di strada e a non maltrattarli: “E’ difficile lavorare in questa situazione in Siria.Non è sicuro neanche per noi stessi. E’ difficile trovare persone che adottino gli animali o donatori, ma abbiamo deciso di restare, siamo la loro ultima speranza”.
Sempre in Siria opera un’altra associazione animalista, la Animals Syria che aiuta in parta la SARA contribuendo a trovare adozioni in anche in Europa: “Paghiamo anche le spese veterinarie quando occorre”, riferiscono i volontari della Animals Siria.
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