Scandalo allevamenti per “Prosciutto di Parma”: Essere Animali rischia oscuramento del sito

Scandalo allevamenti per “Prosciutto di Parma”: Essere Animali rischia oscuramento del sito

Era stato annunciato con un tweet da parte di un attivista dell’associazione Essere Animali e a distanza di una settimana è arrivata la conferma. La Polizia Postale, su decreto emesso dal G.I.P. del Tribunale di Bologna, sta procedendo a oscurare il sito internet www.ProsciuttoCrudele.it e tutti i contenuti web e social di Essere Animali che riportano il link di questa nostra investigazione.

L’inchiesta che anche Amoreaquattrozampe aveva diffuso riguardava le condizioni dei maiali allevati in alcune aziende e destinati a diventare Prosciutto di Parma. L’inchiesta durata sei mesi, realizzata con telecamere nascoste e controlli settimanali nell’allevamento, ha documentato abusi e sofferenze indicibili a cui erano sottoposti gli animali.

Sul tema, Essere Animali ricorda che “lo stesso Corpo Forestale dello Stato, in un blitz a seguito di una nostra denuncia contro l’allevamento, ha trovato 550 maiali con ferite dovute al cannibalismo”.

L’associazione assicura che il sequestro del materiale video dell’inchiesta “è stato disposto in via preventiva, per permettere le indagini a seguito di una denuncia per diffamazione a mezzo stampa presentata dal Consorzio del Prosciutto di Parma, un organismo che riunisce allevamenti, macelli e stabilimenti di lavorazione della carne del noto marchio DOP”.

Ovviamente, Essere Animali con una nota, pure capendo le motivazione da parte delle autorità, si oppone al sequestro, annunciando di ricorrere alle vie legali, “anche denunciandone l’illegittimità attraverso media e azioni di sensibilizzazione”.

L’associazione rende noto di “aver scelto di non fornire alla Polizia Postale le password che ci sono state richieste per procedere all’oscuramento del sito”, sostenendo che “non vogliamo collaborare a quella che riteniamo una ingiusta censura del diritto di informazione”.

Nel comunicato Essere Animali precisa che “non ci viene infatti contestata la veridicità delle immagini. Durante l’investigazione l’allevamento risultava essere in effetti un fornitore del Prosciutto di Parma. Ciò che ci viene contestato dal Consorzio e accolto per ora dal G.I.P., ma solo per permettere ulteriori indagini è, in sintesi, l’aver accostato tali immagini al Consorzio stesso, offendendone la reputazione, anche attraverso il nostro slogan Prosciutto Crudele di Parma”.

L’associazione respinge le generalizzazioni ed è determinata a proseguire la sua battaglia ricordando che il video ha con molte probabilità disturbato “interessi forti”.

“Le immagini sono state diffuse in televisione, viste da 1,5 milioni solo sul web e riprese anche all’estero, in Inghilterra, Cina e Hong Kong. Ma proprio questa consapevolezza di essere ‘scomodi’ ci ha permesso di ponderare tutti i contenuti web sull’argomento, allo scopo di creare un dibattito sociale che investa tutta la società, così come dovrebbe essere”, prosegue Essere Animali, ricordando che “crediamo che le persone abbiano il diritto di sapere che anche il prosciutto di Parma proviene da animali allevati in sistemi intensivi e che questo sistema di allevamento è brutale per gli animali”.

Un sistema che si fonda sulla brutalità diffusa, l’assenza di rispetto per gli animali, l’indifferenza al loro benessere e alla loro sofferenza. Esemplari fatti morire dopo una lunga agonia, maltrattati e costretti a mangiarsi tra di loro.

Un inferno che in realtà è molto più diffuso di quanto si possa pensare e che i poteri forti, come sempre, vogliono fare passare come caso isolato.

“Casi isolati che la nostra associazione tende a generalizzare o una brutalità diffusa che si vuol far passare come caso isolato? Noi la riposta la conosciamo, per questo siamo pronti a difenderci in tribunale”, conclude Essere Animali.

Per rivedere l’inchiesta clicca qui

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