Scambiato per un randagio viene affidato ad una nuova famiglia , proprietario disperato cerca di riportarlo a casa.
In uomo di origini Italiane che lavora come Chef nei pressi di Londra aveva deciso di acquistare uno Staffordshire Bull Terrier, dopo qualche tempo il grosso cucciolo era fuggito dalla sua abitazione e per 22 giorni l’uomo l’aveva cercato ovunque facendo anche svariati appelli online.
A quanto pare il cane uno Staffordshire Bull Terrier di 4 anni dal nome Nenella era stata catturata da un accalappia cani che vedendo la grossa cucciola senza collare ne microchip aveva creduto che si trattasse di una randagia.
A quanto pare infatti Nennella era fuggita scavalcando il muretto di una abitazione mentre il suo proprietario era a lavoro, ed il cane era stato lasciato a casa con un suo amico.
Walter Bocchetti proprietario di Nennella era disperato e per 22 giorni ha cercato ovunque la sua amata cucciola riuscendo finalmente a scoprire dove fosse quella che lui stesso ha definito “Il suo Mondo”.
A quanto pare il cane scambiato per un randagio era stato affidato alle cure di un ente benefico e subito adottato da una nuova coppia, che vedendola si erano innamorati follemente di lei .
Nennella era il punto fermo del signor Bocchetti che aveva deciso di prenderla per avere un supporto emotivo subito dopo il decesso di suo fratello, e che era riuscito a superare la perdita solo grazie all’affetto del cane che ogni giorno gli dava un motivo per andare avanti.
L’uomo dopo aver saputo che il suo cane era stato adottato da una nuova famiglia ha cercato di fare veramente di tutto per poterla riabbracciare, compreso lo spendere centinaia di sterline assumendo avvocati intentando una battaglia legale per riportare Nennella a casa.
Il signor Bocchetti dopo la campagna online ha infatti assunto i migliori avvocati per costringere l’associazione che si era occupata di Nennella a fornire il nome dei nuovi affidatari del cane.
A quanto pare infatti il personale cinofilo locale avrebbe trasferito il cane all’associazione subito dopo la scomparsa e l’ente abbia subito affidato il cane ad una nuova famiglia.
Prima di consegnare il cane nelle mani dell’associazione infatti l’ente cinofilo locale avrebbe dovuto attendere almeno 7 giorni, ma in buona fede, convinti che si trattasse di un randagio, per permetterle di avere subito una buona adozione il cane era stato affidato alle cure dell’associazione che si era messa subito in moto per trovare un ottima famiglia .
L’uomo sostiene che il cane sia il suo e ha cercato in ogni modo di scoprire il nome dei nuovi proprietari il suo avvocato ha infatti dichiarato :
“Il signor Bocchetti sostiene di avere ancora il titolo su Nennella, ed è disperato per il ritorno del suo cane”, “L’associazione ha rifiutato senza un’ingiunzione del tribunale di rivelare l’identità o l’indirizzo del nuovo detentore”.
“E’ rispettosamente affermato che il signor Bocchetti ha solide ragioni di essere ancora il proprietario di Nennella. Tuttavia, non può avviare un procedimento per recuperare Nennella senza sapere chi la tiene attualmente”.
Ovviamente subito dopo l’adozione i nuovi proprietari del cane sono stati informati della situazione, ma si sono rifiutati di restituire il cane.
“Il signor Bocchetti ha chiesto se i nuovi proprietari potevano restituirgli il cane, ma hanno rifiutato”. “Accettiamo che l’abbiano assunta senza la minima idea che sarebbe successo.”
Gli avvocati dell’associazione sostengono che il caso sia “indiscutibile o estremamente debole”. Se infatti il cane fosse stato provvisto del microchip identificativo tutto ciò non sarebbe accaduto.
Dopo l’udienza il giudice ha stabilito che al sig. Bocchetti dovrebbe essere data l’identità dei nuovi proprietari del cane anche se non ha stabilito o accertato ne i diritti dell’uomo ne ha preso una decisione sula disputa della proprietà del cane.
L’identità dei nuovi proprietari sarà rivelata con la clausola di non divulgazione per evitare ripercussioni sui social il direttore generale dell’associazione ha dichiarato: “Nennella è stata portata al canile di Haringey nell’abbazia di Waltham dopo essere stata trovata su un binario del treno trafficato a Tottenham. Non era dotata di microchip, come previsto dalla legge, né indossava un collare e un cartellino per poterla identificare”.
“Nennella è stata tenuta al canile e poi trasferita in buona fede alla nostra organizzazione benefica, per il reinserimento. L’abbiamo quindi messa in una casa adottiva, poiché era in difficoltà in un canile, prima di trasferirla formalmente in una nuova casa sicura quasi un mese dopo”.
“I dettagli del nuovo proprietario di Nennella non sono stati forniti al signor Bochetti solo al suo team legale poiché il giudice era molto preoccupato per le minacce fatte da individui online nei confronti del nostro personale di beneficenza e del nuovo proprietario di Nenella”.
“Nennella è davvero felice e si è sistemata nella nuova casa, dove è stata per 10 mesi, dopo essere stata adottata e i suoi amorevoli nuovi proprietari avrebbero il cuore spezzato nel perderla.
“È una situazione deplorevole per tutti i soggetti coinvolti e siamo solidali con tutte le parti”.
Attualmente non è chiaro come gli avvocati delle parti interessate intendano procedere , quello che è sicuro e che se il signor Bocchetti avesse provvisto la sua Nennella del microchip identificativo tutto ciò non sarebbe accaduto.
Ma questo non implica assolutamente che il suo adorato cane non debba tornare a casa dall’uomo, che sta veramente facendo di tutto per poterla riabbracciare comprese moltissime petizioni e gruppi online.
Se bene infatti il cane non fosse provvisto di microchip a dimostrazione della sua effettiva proprietà del cane ci sarebbero i libretti vaccinali e le moltissime fotografie che testimoniano che Nennella con lui era amata e felice.
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Loriana Lionetti
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