Con il freddo la situazione di tanti pelosi nei canili diventa insostenibile, a questo si aggiungono gli abusi continui. Ci sono strutture, infatti, che più che accogliere i cani li tengono detenuti in veri e propri lager. Situazioni del genere, purtroppo, ne abbiamo denunciate tante. Documentare l’orrore a volte risulta davvero difficile. Per non parlare poi dei volontari che mostrano spesso una scarsissima sensibilità. L’ultima vicenda è raccontata dal portale bigodino.it.
Lei si chiama Sara o meglio così è stata ribattezzata dal suo angelo custode, che l’ha trovata in una delle strutture che è andato a visitare. La donna che racconta la storia spiega infatti di essere un’abitudinaria: “Vado spesso in canile, certo non tutte le cose mi vanno bene. Ma che le volontarie siano un po’ rompiscatole è cosa risaputa”. La vicenda che ha deciso di raccontare la donna è sicuramente sconcertante: “Stavo camminando tra i box, prendi i più bisognosi di aiuto di solito, oppure quello che risponde più ad una richiesta che ti arriva”.
“Per noi mandare a casa un’anima reclusa è una soddisfazione troppo grande, quindi quei box li spianiamo da sotto a sopra e quella mattina non la scorderò”, scrive la volontaria. Poi descrive la situazione “Il mio piede quasi ci finisce sopra, mi sono accorta all’ultimo secondo che stavo per schiacciare qualcosa. Guardo a terra, lancio un urlo e chiamo aiuto. Arriva il ragazzo, si avvicina e dice: ‘Ah di nuovo la testa qui è finita!’. Le ho pensate tutte, ero disperata, poi mi sono abbassata e ho visto che i suoi occhi si muovevano”.
Quello che si ritrova davanti la donna le fa pensare a qualcosa di terrificante. Infatti, la piccola Sara è rimasta incastrata sotto una porta. La posizione sembrava simile a quella di una testa mozzata, così la volontaria chiede aiuto: “Ho gridato di aprire, lui rideva io stavo svenendo, apre quel diavolo di serraglio e vedo l’altro pezzo. Era tutta intera, una piccola peste di appena 4 chili, tutta pelo e allegria. La tiro fuori, non posso fare molto per lei. Ma quello sguardo pietoso e la voglia di uscire da quel posto, infilandosi tra le lamiere pur di andare via, non poteva passare inosservato”.
Prosegue il racconto della volontaria: “Non sono il cemento e la gabbia una casa per una piccola topolina di appena quattro mesi. Noi non possiamo salvarli tutti ma forse la sua intraprendenza la premierà, forse una mamma sta leggendo, forse qualcuno ha capito la disperazione, forse una mamma vuole aprire quella porta”. La donna la porta a casa sua, ma come spesso accade non può tenerla: “L’ho chiamata Sara, mi piace, da adulta sarà una taglia medio piccola”, spiega lanciando un appello a prenderla in casa. Sara, conclude la volontaria, “è di una simpatia unica ma l’avrete capito da soli, una cucciola che crea tutto questo garbuglio non è sicuro una cucciola da ignorare”.
GM
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