I santuari marini svolgono un ruolo importante nella protezione di alcuni degli ecosistemi marini più preziosi e delle specie che chiamano questi luoghi casa.
I santuari offrono un rifugio sicuro per svariati tipi di animali marini, alcuni santuari sono allevamenti e alimentazione di balene in via di estinzione, altri contengono barriere coralline fiorenti o foreste di alghe e molti ospitano relitti storici e altri tesori archeologici, orche, foche monache, e diverse specie di salmoni e tartarughe marine.
Per il mar Mediterraneo nel 1999 a Roma fu firmato un accordo tra Italia Francia e il principato di Monaco, dove si è deciso di far diventare il bacino corso-liguro-provenzale un progetto che avrebbe consentito di proteggere e coordinare operazioni di salvataggio e salvaguardia di grandi cetacei.
L’accordo entrò in vigore a febbraio del 2002, e protegge l’habitat dei cetacei da qualsiasi cosa potrebbe minare la sopravvivenza degli animali e dell’ecosistema: inquinamento, rumore, cattura accidentale e lesioni, perturbazioni.
L’accordo relativo alla creazione nel Mediterraneo di un santuario per i mammiferi marini, comprende 22 articoli ed è stato redatto sia in Italiano che in Francese.
Nell’articolo 2 si legge infatti:”Le parti istituiscono un Santuario marino nella zona del Mediterraneo definita
all’articolo 3, la cui diversità e ricchezza biologica costituiscono fattori indispensabili alla protezione dei mammiferi marini nel loro habitat. Nel Santuario le Parti proteggono i mammiferi marini di ogni specie”.
Mentre nell’articolo 3 si legge distintamente: “Il Santuario è costituito da zone marittime situate nelle acque interne e nei mari
territoriali della Repubblica Francese, della Repubblica Italiana e del Principato di Monaco,nonché dalle zone di alto mare adiacenti”.
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La creazione del santuario è stata progettata in Italia da enti non governativi ma da esperti biologi marini.
Sul sito ufficiale di Pelagos si trovano infatti tutte le informazioni relative al santuario :
“Ciò che rende unico il Santuario Pelagos per i mammiferi marini mediterranei è il fatto che è un sito gestito da tre diverse autorità e comprende aree costiere e acque internazionali che formano un grande ecosistema di grande interesse scientifico, socio-economico, culturale ed educativo. L’intero Santuario può essere generalmente considerato una sottosezione biogeograficamente distinta dell’ecosistema marino di grandi dimensioni (LME) che è il Mediterraneo”.
Regole all’interno dei santuari marini
Nel santuario esistono svariate regole di comportamento per non disturbare i cetacei. Questi infatti possono essere avvistati e la navigazione non è proibita.
Sul sito ufficiale vi sono tutte le regole che vanno assolutamente rispettate per proteggere l’habitat e per non disturbare i grossi mammiferi:
- “L’osservazione delle balene deve avvenire ad almeno cinque miglia nautiche dalla costa.”
- “L’osservazione delle balene deve essere fermata se gli animali mostrano segni di angoscia”
- “È vietato qualsiasi tentativo di avvicinamento in presenza di cetacei neonati”
- “La posizione di osservazione deve essere ad almeno 100 m da qualsiasi animale”
- “Una barca deve avvicinarsi di lato, viaggiando dalla parte posteriore a quella anteriore”
- “Una velocità costante non superiore a 5 nodi deve essere mantenuta e deve corrispondere alla velocità dell’animale più lento”
- “È consentita una sola barca nell’area di visualizzazione”
- “Una barca può rimanere nell’area di osservazione per non più di 15 minuti”
- “È vietato nuotare, toccare o nutrire i cetacei”.
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Molte le iniziative che in questo periodo si stanno svolgendo per cercare di tutelare tutti gli animali marini soprattutto dall’inquinamento della plastica che infesta e soffoca tutti i mari del mondo.
“Il progetto “Plastic Busters MPAs”, promosso dal Dipartimento di Scienze fisiche, terrestri e ambientali dell’Università di Siena in collaborazione con un consorzio di partner internazionali, ha l’obiettivo di analizzare le conseguenze di micro e macroplastiche sulla biodiversità marina e le specie in pericolo , come alcune specie di cetacei, tartarughe e uccelli marini. I risultati delle attività di monitoraggio svolte forniranno un’analisi esaustiva dell’impatto dei rifiuti marini nelle aree marine protette coinvolte nel progetto”.
Per cercare di risolvere il problema dell’inquinamento dei mari Legambiente ritiene che sia importantissimo valorizzare e sponsorizzare i territori per consentire anche ai turisti di vedere la bellezza dei mari rovinati dall’inquinamento .
Santuari marini in Italia
In Italia esistono moltissimi luoghi in cui questi animali marini sono protetti e possono condurre la loro vita indisturbati.
I santuari marini infatti si estendono oltre che nel mar Mediterraneo anche nel Tirreno, nell’Adriatico, nello Ionio e nel Canale di Sicilia.
In Sardegna le aree protette sono: Isola dell’Asinara, l’area di Tavolara, Punta Coda di Cavallo, l’area di Capo Carbonara, l’area della Penisola del Sinis, Isola di Mal di Ventre, l’area di Capo Caccia, Isola Piana e l’area Capo Testa e Punta Falcone.
In Sicilia si trovano diverse aree come: Capo gallo, Isola delle Femmine, l’area delle Isole Ciclopi, Plemmirio, delle Egadi , l’area dell’Isola di Ustica, Capo Milazzo, Isole Pelagie.
Calabria : Isola di Capo Rizzuto.
Puglia: Porto Cesareo e Torre Guaceto e nell’Adriatico le Isole Tremiti.
In Campania si troviamo moltissime altre aree protette: Costa degli Infreschi Costa della Masseta, Santa Maria di Castellabate, Punta Campanella, Regno di Nettuno.
Nel Lazio sotto protezione ci sono , le Isole di Ventotene e Santo Stefano, e le Secche di Tor Paterno.
Tra la Toscana e la Liguria si trovano invece le Secche della Meloria, le Cinque Terre, Portofino e l’area dell’Isola di Bergeggi.
Torre del Cerrano per l‘Abruzzo e l’area protetta di Miramare per il Friuli-Venezia Giulia.
L.L.
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