I carabinieri forestali di Benevento hanno salvato cinque cuccioli abbandonati in una scatola di cartone: ora cercano casa. Preso il presunto responsabile.
Con l’arrivo della stagione più calda, come ogni anno, aumenta il numero di abbandoni degli animali d’affezione. E molto spesso si tratta di cuccioli appena nati, inermi, strappati senza scrupolo alla propria madre, incuranti del fatto che senza la stessa non potrebbero sopravvivere. L’ultimo episodio nel centro cittadino di Benevento: grazie al tempestivo intervento dei carabinieri forestali la storia ha avuto un lieto fine.
I proprietari di un negozio di animali sito nel centro cittadino di Benevento hanno trovato una spiacevole sorpresa al loro arrivo di primo mattino: cinque cuccioli abbandonati in una scatola di cartone.
Qualcuno aveva ben pensato di sbarazzarsi dei piccoli esseri indifesi, affidandoli alla responsabilità dei titolari del negozio, e per di più separandoli dalla madre. Immediati e tempestivi i soccorsi.
Allertata la sezione locale dei carabinieri forestali del luogo, i cuccioli sono stati posti sotto sequestro e trasportati presso il presidio veterinario di S. Giorgio del Sannio (BN); il tutto con l’ausilio della sezione locale dell’OIPA.
Ora i cuccioli sono salvi , e sono stati affidati dagli stessi veterinari alle cure del centro cinofilo del Taburno “La balia”, convenzionato con il comune di Benevento: i cuccioli, attualmente, sono in cerca di una famiglia, in cui andare appena sarà possibile.
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L’apporto dei carabinieri forestali della cittadina sannita non si è limitato al sequestro e salvataggio dei cuccioli: in breve tempo sono riusciti altresì a risalire all’identità del presunto colpevole, il quale abiterebbe a poco distanza dal negozio di animali in cui avrebbe lasciato i piccoli.
Il presunto responsabile è stato denunciato, a piede libero, per abbandono di animali, reato previsto e punito dall’art. 727 del codice penale. A norma della disposizione rischierebbe, laddove la sua responsabilità fosse accertata, l’arresto fino ad un anno, o alternativamente un’ammenda da 1000 a 10000 euro.
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Come noto, tuttavia, anche nell’ipotesi di condanna per il suddetto reato, l’applicazione della sanzione detentiva rischierebbe di rimanere sospesa, laddove la stessa fosse inferiore ai due anni (come nel caso specifico) e siano concomitanti gli altri presupposti previsti dalla legge
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