Nelle ultime ore sono state salvate ben 3.500 tartarughe con un video che riprende il tutto: il pericolo, però, è dietro l’angolo.
Viviamo in un tempo davvero strano. Ma ormai, forse, la parola “strano”, o se volete strana, è tempo di abbandonarla. Quando, lì fuori, tutto cambia, non possiamo più definire strana una situazione che non conosciamo. Una condizione di vita nuova, che prima non conoscevamo, deve essere identificata.
Parliamo dell’ultimo anno passato, e di quello appena iniziato (anche se sono già passati due mesi dagli inizi): la lotta al coronavirus. Questa lotta ci ha fatto ripensare il nostro vivere quotidiano, o quanto meno lo abbiamo messo in dubbio. Chi non l’ha fatto… beh, vive in un altro mondo.
Ma il coronavirus, oltre ad arrivare, ha spostato l’attenzione su un altro fattore: i problemi che in futuro dovremmo affrontare dopo aver distrutto mezzo mondo. Tra questi problemi ci sono i continui cambiamenti climatici. Un fenomeno che ancora oggi non è preso in considerazione come dovrebbe essere e che provoca disagio soprattutto agli animali. Com’è successo a 3.500 tartarughe, salvate in extremis.
La prima cosa che ci ha insegnato la pandemia è che non abbiamo il controllo sulle nostre vite. E più inquiniamo, più il controllo (quel minimo che pensiamo di avere) viene meno. Cosa fare? Unirsi, come mondo, per le prossime battaglia che dovremmo affrontare. Per preservare la nostra specie e le altre che abitano la Terra.
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In Texas, nelle ultime ore, è arrivata un’ondata di freddo che mai si era vista prima. Quasi tutti si è gelato. A fare le spese di questo potente e spaventoso fenomeno sono state 3.500 tartarughe, impossibilitate a muoversi e a nuotare tra le acque ghiacciate dello Stato Usa sopracitato.
Per fortuna qualcuno ha deciso di intervenire, caricandole in diverse macchine e portandole in un posto sicuro, dove adesso verranno controllate le loro condizioni di salute. 3.500 tartarughe è un numero davvero enorme, ma forse è un numero al quale dovremmo abituarci.
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Il freddo che è arrivato, e ha colpito altri Stati Usa, potrebbe essere un effetto proprio dei cambiamenti climatici. Gli Stati Uniti d’America saranno uno dei primi Paesi a essere colpiti da questi agenti atmosferici che si presentano in quantità disumana e distruggono tutto ciò che incontrano, siano essi ghiaccio, siano essi fiamme. Cosa fare quindi? Ancora una volta, l’unità mondiale sembra essere l’unica strada per difenderci dai prossimi attacchi di una natura troppe volte bistrattata, che ora chiede il conto.
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