Cane salva bambina di 3 anni, sopravvissuta per 12 notti nei boschi siberiani
Le prime parole che ha pronunciato, dopo due mesi dal suo ritrovamento, sono state rivolte al suo cane.
“Perché mi ha lasciata?”
Karina non sapeva che in realtà, la sua dolce Nadjia, un bellissimo lupoide siberiano, l’aveva lasciata nella steppa per andare a cercare soccorso.
Nel 2012, la bambina di 3 anni si era persa ed è sopravvissuta per ben 12 giorni e 12 notti nei boschi della siberia nei pressi di Olom nel distretto di Olyokminsky, nella Repubblica di Sacha o Jacuzia, situata nella Siberia orientale.
Il padre di Karina, Rodion, era partito in viaggio per recarsi nel suo villaggio natale. L’uomo non si era però accorto che la figlia di 3 anni lo aveva seguito. La madre, Talina, di 22 anni, pensò che il padre alla fine l’avesse portata con sé, ma non poteva comunicare con lui per averne la certezza. Solo a distanza di 4 giorni dalla partenza del marito, Talina scoprì che sua figlia era in realtà scomparsa.
I soccorsi e squadre di cacciatori si misero immediatamente alla ricerca della piccola Karina. Un territorio pericoloso dove sono presenti orsi, lupi e altri animali selvatici pericolosi.
Per giorni, i soccorritori aveva tappezzato il territorio, perdendo la speranza di ritrovarla, fino a quando il nono giorno, il cane Nadja non fece ritorno al villaggio. Per i soccorsi, significava che Karina era ancora viva e che il cane era tornato per avvertirli.
Ed è così che le squadre di cacciatori ripresero le ricerche, seguendo la pista a partire dal punto in cui avevano visto arrivare Nadia. Da quel momento, i soccorritori individuarono delle tracce lasciate dalla bambina e finalmente, al 12esimo giorno, ritrovarono Karina.
La bambina di 3 anni era nascosta nella boscaglia. Era sopravvissuta, mangiando le bacche e bevendo l’acqua dei torrenti. Il suo cane l’aveva tenuta al caldo durante le notti glaciali siberiane.
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Aveva punture d’insetti ovunque ed era molto dimagrita e in stato di shock. Solo dopo 5 lunghe settimane, la bambina riuscì a pronunciare le sue prime parole rivolgendosi al suo cane. La bambina gli chiese perché l’avesse lasciata da sola. Per lei quelle 3 notti senza Nadia furono terrificanti.
La nonna della bambina, Emma, ha raccontato che fin da piccola Karina è stata abituata a vivere nelle condizioni estreme della Taiga e a non temere la foresta. Questo l’ha aiutata a sopravvivere in quella drammatica circostanza. Il fatto che la bambina si cresciuta a contatto con la natura l’ha aiutata a superare le difficoltà.
La direzione dell’aeroporto di Jakutsk per festeggiare i sei anni di Karina, ha deciso di erigere una statua in ricordo di questa straordinaria e coraggiosa bambina e del suo fedele cane.
L’opera in bronzo, realizzata dallo scultore Nicholay Chochchasov è stata collocata all’ingresso dell’aeroporto nel 2015.
Nikolay Mestnikov, direttore dell’aeroporto, dichiarò di aver voluto celebrare e rendere onore “all’amore per la vita, alla facoltà di adattamento e al coraggio di questa bambina, nonché alla fedeltà del suo cane”.
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Servizi dei telegiornali locali sul ritrovamento della piccola Karina
C.D.
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