Salerno, parroco aveva allestito zoo illegale per fare soldi

Salerno, parroco aveva allestito zoo illegale per fare soldi

A Cava de’ Tirreni, località in provincia di Salerno, è stata effettuata una insolita scoperta che ha come protagonista in negativo un parroco, responsabile di un santuario che sorge sul posto. L’uomo di chiesa infatti da tempo spone un cerve, due lama, tre pavoni, una civetta delle nevi e diversi esemplari di colombe, conigli e galline oltre ad una capra. La cosa è stata resa di dominio pubblico da parte dell’On. Paolo Bernini, deputato del Movimento Cinque Stelle, che ha diffuso una apposita nota per denunciare il fatto.

L’On. Bernini fa sapere: “Durante un blitz con i Carabinieri e con Alfredo Ricco, delegato della Lega del Cane, abbiamo scoperto con nostro grande sgomento che il prete del Santuario di Cava dei Tirreni, senza disporre di alcuna autorizzazione né di natura sanitaria né tanto meno di carattere prefettizio necessarie per la detenzione del cervo, della civetta delle nevi e degli animali domestici, ha di fatto aperto al pubblico quello che è a tutti gli affetti uno zoo con tanto d’ingresso a pagamento con offerta minima di 1 euro”.

Il parroco ha insomma trovato un modo originale per poter trovare i fondi da poter mettere da parte per la sua struttura religiosa. La nota continua: “Già l’anno scorso il cervo era stato sequestrato lo scorso anno dalla Forestale per le medesime ragioni, grazie alla diffida e richiesta di controlli urgenti, inviata da Alfredo Riccio, ma era stato lasciato in custodia al trasgressore. Una femmina di daino invece, anch’essa sottoposta a sequestro, sembrerebbe essere morta”.

“Ho fatto sì che il recinto dei lama venisse messo in sicurezza vista la quotidiana affluenza di pubblico. E’ d’obbligo ripristinare la legalità e identificare luoghi idonei per la ricollocazione degli animali in spazi in cui sia possibile per loro manifestare i comportamenti naturali propri della specie, per la qual cosa, tramite l’aiuto e la consulenza dell’avvocato Paola Contursi mi sono rivolto alla Procura competente”, conclude la nota. Degli zoo purtroppo non si parla bene ultimamente.

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