Rottweiler aggredisce un bambino, era vittima di maltrattamenti continui del proprietario
Ci sono diversi fattori che scatenano l’aggressività di un cane. La paura e il timore sono gli stati d’animo che portano i cani ad una reazione di difesa e di conseguenza di attacco. Anche la dominazione, la gelosia o il senso di proprietà sono fattori che provocano l’aggressività nel cane.
I bambini ad esempio hanno dei comportamenti che in parte spaventano il cane. Movimenti bruschi e improvvisi e le grida dei bambini provocano nel cane una reazione.
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Ecco perché è fondamentale tenere sotto controllo i bambini al di sotto dei 12 anni in presenza di un cane. Ma anche insegnare ai bambini come comportarsi con l’animale, imparando a riconoscere le sue reazione e soprattutto insegnando al bambino a rispettare l’animale, i suoi spazi e le sue esigenze.
Alcune razze sono più pericolose. Come emerso dall’aumento delle aggressioni di cani legate all’aumento e alla diffusione di razze da combattimento che sono di moda.
E’ rimbalzata in rete la triste vicenda di cronaca di un cane di razza rottweiler che ha aggredito un bambino sul passeggino. L’animale è stato poi ucciso dallo stesso proprietario che lo ha strangolato.
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Un fatto raccapricciante non solo per la piccola vittima. Fortunatamente, il bambino è stato salvato, riportando quattro buchi nella gamba. Tuttavia, la verità raccontata dalla madre del bambino è sconcertante.
Infatti, la donna, intervistata da lanuovasardegna.it, ha spiegato come quel povero cane fosse in realtà vittima di continui maltrattamenti e percosse del padrone.
“Quel cane ci conosceva bene. Capitava anche che lo accarezzassi, quando era al guinzaglio col padrone. Non so perché volesse aggredire nostro figlio. Era lui il suo obiettivo”. Ricorda la donna.
Il cane non era aggressivo, specifica la madre del bambino. Puntava unicamente al bambino, forse provocato da qualcosa.
“Anche quando mio marito gli ha infilato il pugno dentro la bocca per fargli aprire il morso, il rottweiler ha smesso di stringere. Infatti mio marito ha la mano livida ma non ha buchi. Sembrava quasi non volesse fargli male. Invece contro il bimbo era una furia”.
Il cane è andato incontro di corsa, senza abbaiare e senza segnale di aggressività. L’attenzione era solo rivolta al bambino nel passeggino.
“Sembrava che l’avesse scambiato per uno di quegli oggetti che il padrone usa per addestrarlo, un bastone o una corda da mordere. E d’istinto ho girato il passeggino, per proteggere il piccolo. Ma Victor, il cane si chiama così, è riuscito lo stesso a prenderlo”.
Nonostante le prove del padre del bambino, che ha cercato di proteggere il figlio, il cane non ha mai reagito.
“Quando mio marito gli ha infilato il pollice dentro l’occhio, spingendo con tutta la forza e girando, lui nemmeno un gemito. Aveva tanta adrenalina in corpo da non sentire dolore”.
L’uomo aveva strangolato il suo cane, prima che arrivassero i vigili urbani. Il cane è stato trovato privo di vita.
“Il proprietario ha tirato via il cane, si è allontanato una ventina di metri, e l’ha fatto sdraiare di lato, come quando lo puniva picchiandolo con il bastone. Ho visto che aveva le mani sul suo collo. Poi il cane non si è più mosso”.
La donna è certa che l’animale sia stato “incattivito” dai maltrattamenti del padrone.
“Passava molto tempo chiuso in una casa di 35 mq non si lamentava, non abbaiava, ma grattava sempre sul muro. Quando il padrone lo portava a spasso lo teneva spesso senza guinzaglio e museruola. Non ha mai considerato i rischi, nonostante tutti si lamentassero. Prima o poi doveva succedere qualcosa e infatti è successa. E a rimetterci siamo stati noi e quel povero cane che è diventato così aggressivo non certo per colpa sua”.
L’uomo picchiava continuamente il rottweiler. “Era il suo modo di addestrarlo. Faceva la pipì nel posto sbagliato? Giù botte. Non rispondeva subito al richiamo? Altre botte. Aveva un bastone e i colpi facevano un rumore impressionante. E il cane era talmente abituato a prenderle che si sdraiava e subiva senza un gemito”. Ricorda la donna.
“Quando lo ha ucciso, il cane è rimasto immobile, sdraiato, senza reagire. Subendo la morte come la solita punizione”. Ha poi concluso la donna.
Un racconto amaro che svela l’impotenza e la frustrazione di un cane e il suo essere vittima di un padrone che voleva solo sottometterlo con maltrattamenti. In questi casi, il cane dopo l’aggressione poteva essere sequestrato dalle autorità e avviato in un percorso di recupero. Ciò non è stato possibile, perché il padrone lo ha ucciso senza pietà alcuna.
C.D.
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