Era l’estate del 2016 quando quattro giovani, a Sangineto, in Calabria, hanno acchiappato, impiccato e ucciso a bastonate un povero randagio, un meticcio bianco, chiamato Angelo. La vicenda divenne un simbolo delle torture nei confronti degli animali. Grande infatti fu l’eco mediatica intorno a quanto accaduto e un mese dopo associazioni, cittadini e volontari hanno manifestato per le piazze del paese, chiedendo giustizia per quel cane, morto per atroci sofferenze.
Si sviluppò anche una campagna nazionale, scaturita in una grande manifestazione. Agli attivisti giunse il messaggio del Presidente del Senato, Pietro Grasso, che ricordò come “la tutela degli animali è una questione di rilevante interesse nazionale”. Lo scorso 27 maggio, i giovani sono stati condannati alla massima pena, di 16 mesi di reclusione che con il rito abbreviato si è permutata a 6 mesi di servizi sociali. Nonostante l’esito del processo definito “storico”, le associazioni animaliste hanno ricordato la necessità dell’inasprimento delle pene in materia di maltrattamento e uccisione di animali.
Dalla vicenda di Angelo è stato tratto anche un cortometraggio, mentre – proprio a dimostrare il carattere nazionale che questa ha assunto – una statua in suo onore è stata realizzata a Roma, nel Parco Ravizza del quartiere Monteverde. Una statua che però qualcuno ha vandalizzato nelle scorse ore. Immediata è salita l’indignazione: “Avete ucciso un’altra volta Angelo”, è il commento più diffuso.
A denunciare lo spiacevole accaduto è Rinaldo Sidoli, responsabile centro studi Movimento Animalista. Queste le sue parole: “Avete distrutto un simbolo di pace e amore. Avete ucciso un’altra volta Angelo. Quella statua rappresenta il rispetto della vita affinché non vinca sempre la cultura della violenza e della morte”. Alla pubblica denuncia di quanto accaduto, è seguito un esposto alle autorità competenti. Spetterà a loro, adesso, individuare i colpevoli di questo sfregio.
Il suo post su Facebook, intanto, ha ottenuto centinaia e centinaia di reazioni indignate. Sottolinea Fulvia: “Sono convinta: chi è sadico, chi usa violenza a chi sente più debole di lui non è pericoloso solo per gli animali, ma per la società tutta. Se non capiamo questo siamo in grave rischio tutti quanti, soprattutto bambini anziani, donne nonché i poveri animali”. Un altro utente domanda: “Ora che cosa diranno i buonisti da voltastomaco? Che se dovessimo insultare e augurare il male diventeremo anche peggiori dell’autore dell’insano gesto?”.
GM
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