Non si placa il “rumore” intorno alla vicenda delle botticelle a Roma: gli animalisti insorgono ancora dopo la decisione del Tar. Ora si prevede un’estate bollente per i cavalli della capitale, qualcosa che si poteva benissimo evitare nei tempi addietro.
C’è chi aspetta l’estate con trepidazione. Non vede l’ora di potersi fare un bagno caldo, a tutte le ore. Se le restrizioni cessano d’esistere, tutto questo potrà essere permesso più di prima. Ma la bella stagione non porta con sé soltanto delle belle notizie. Almeno non per tutti. Torna, infatti, proprio prima che inizi il mese di giugno, il problema delle botticelle, in quel di Roma. Nelle ultime ore, proprio nella capitale è scoppiato il caos per una decisione arrivata a voce del Tar. Gli animalisti insorgono e chiedono delle spiegazioni. Più che altro si scagliano contro l’Amministrazione Comunale e il testo scritto che doveva essere a difesa dei cavalli. A quanto pare, però, non sembra essere così. Si aprono le porte di un’altra “battaglia” in piena estate?
Nella capitale si è pronti a scatenare il panico per l’ennesima volta. Tutto questo per far sì che i cavalli, usati per trainare i vari turisti proveniente da tutto il mondo, siano tutelati una volta per tutte. Anzi, una tutale doveva essere già in atto, ma la decisione del Tar ha aperto nuove scenari, del tutto preoccupanti.
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In sostanza il Tar ha accolto il ricorso dei vetturini sospendendo il regolamento per le botticelle varato dal Campidoglio. Un atto che nessuno si aspettava, o meglio, che in molti, soprattutto gli animalisti di Roma e non solo, pensavano fosse stato regolamentato a tutti gli effetti dal testo uscito dall’Amministrazione Comunale.
Così non è stato. Il testo, per proteggere questi poveri cavalli, era e rimane inadatto. Gli animalisti non hanno taciuto davanti a tale decisione. Soprattutto Oipa Roma, con la delegata Rita Corboli, ha alzato la voce: “Ora il Comune deve correre ai ripari. E lo deve fare prima che scoppi il caldo. Non si capisce come l’Amministrazione, che ha avuto anni per redigere il testo, abbia fatto uscire un documento facilmente attaccabile”.
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Insomma, a farne le spese sono sempre e solo i poveri cavalli, che potrebbero passare un’altra stagione, quella estiva, d’inferno. Alcune volte li abbiamo visti letteralmente crollare a terra, stremati dal caldo. Il problema è sempre lo stesso: al di là delle leggi, quando capiremo che non si può chiamare lavoro il trainare un cavallo sotto il sole cocente di una città?
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