I ritrovamenti sono sempre una grande notizia da poter dare e sulla quale indagare: come quella di un disegno di gatto lungo 37 metri, ritrovato a Nazca, in Perù.
Sempre è stato, lo è e lo sarà. Parliamo dell’essere umano che indaga, si scervella e continua a pensare sui ritrovamenti. Il ritrovamento è di per sé una scoperta, storica o non, ma sempre di scoperta si tratta. Alcuni sono interessanti, altri meno, altri ancora ci lasciano a bocca aperta.
Di per sé, poi, chi può dire cosa è interessante per uno e cosa non lo è per l’altro? Certamente, noi, una cosa la possiamo affermare: se è un ritrovamento facente parte del mondo animale allora ci interessa e come. Ci interessa fino d’andare a scoprirlo percorrendo migliaia di chilometri.
Ma le migliaia di chilometri possono anche trasformarsi in un giro ancora più lungo, magari proprio oltreoceano. È il caso di oggi, di un ritrovamento davvero speciale, non fisico, ma artistico. Un gatto di 37 metri, disegnato, è stato ritrovato durante degli studi nel sito archeologico del Nazca e Palpa, in Perù.
Scoperta figura di un #gatto di 37 metri a #nazca disegnato più di duemila anni fa.#Perù #archeologia #UNESCO #Storia https://t.co/h0r7x9kkaP pic.twitter.com/jQ4Ia5Iykk
— PeopleForPlanet (@peoplexplanet) October 20, 2020
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Un disegno che dura da migliaia di anni: il gatto raffigurato è un vero spettacolo
Come detto poc’anzi, i ritrovamenti, quasi tutti, celano un momento di grande entusiasmo ed eccitazione per ciò che stiamo realmente scoprendo. Altri ci catturano l’attenzione fin da subito, altri no. L’importante, però e prima di tutto, è saperne riconoscere l’importanza storica che potrebbe portare in essere.
Affascinante e importante è stato lo spettacolare ritrovamento di un gatto di 37 metri disegnato e scoperto nel sito archeologico di Nazca e Palpa, altopiano desertico del Perù meridionale. Un vero colpo d’occhio che non poteva, di certo, passare inosservato. Si tratta, infatti, dell’ultima e insolita scoperta sulle linee geoglifi di Nazca, tracciate con delle pietre durante un periodo di oltre 700 anni e, a oggi, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, a partire dal 1994.
Sul fatto, davvero entusiasmante per tutta la nazione e per i Paesi oltreoceano, è intervenuto anche il ministero della Cultura. Con una nota ha dichiarato: “La figura del gatto è stata davvero una bella scoperta. Dobbiamo, però, anche fare i complimenti a chi l’ha intravista, perché, piano piano, stava scomparendo e non era più così visibile”.
E dopo il ministero della Cultura, anzi quasi in contemporanea, è stata rilasciata una dichiarazione anche da Johny Isla, archeologa responsabile proprio delle linee peruviane: “Quando riusciamo a scovare ancora dei disegni di questo genere lo stupore è tanto e ne rimaniamo meravigliati per l’immenso splendore, artistico e storico, che emana un evento di questo tipo. Negli ultimi anni, anche grazie all’aiuto dei droni, siamo riusciti a scattare delle foto molto più particolare alle colline”.
Ricordiamo che la prima di queste grandi figure visibili solo ed esclusivamente da una certa altezza era stata individuata nel lontano 1927, quasi un secolo addietro. Da quel momento, in modo ciclico, gli archeologi identificano, dall’alto, piante e animali delineati sul terreno sabbioso.
Ben 37 metri di linee a forma di 🐱, tranquillo e disteso sulle colline. Ecco la sensazionale scoperta ➡️https://t.co/APk3xh0FHJ @VisitPeru
— SiViaggia (@siviaggia) October 21, 2020