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Animali domestici: approvato il riconoscimento dei danni morali

Risarcimento dei danni morali, quando la perdita dell’animale dipende da terze cause deve essere risarcita. L’aspetto morale è riconosciuto dalla legge

Ragazza e cane (Foto Pixabay)

La legge sta facendo passi in avanti per quanto riguarda i diritti degli animali e dei proprietari medesimi. La Giurisprudenza infatti, ormai consolidata in termini di riforme per i quattro zampe, ammette sia il risarcimento del danno morale che di quello patrimoniale. In particolare, il danno patrimoniale si riferisce al valore economico del cane e alle spese effettuate per il veterinario mentre quello morale concerne il risarcimento della sofferenza provata a causa della precoce morte dell’animale domestico, anche quando è di causa naturale.

Risarcimento dei danni morali, la legge da parte degli animali

Padrone insieme a Fido (Foto Pixabay)

In primis, vediamo come il risarcimento dei danni morali avviene perché gli animali sono considerati, non solo dai proprietari ma anche dalla legge, dei membri di famiglia. Per tale motivo, la legge risarcisce i danni morali provocati dalla morte o dalla malattia di un cane o di un gatto, causata però da terze persone.

Il padrone può ricevere un ristoro economico nel momento in cui il giudice considera lo stato di anzianità dell’animale, il decesso prematuro o la sofferenza subita. Tale sentenza non è scontata come appare, in virtù del fatto che è stata stabilita dal Tribunale civile di Vicenza (sentenza numero 24/2017) in relazione proprio al risarcimento non solo dei danni patrimoniali ma anche di quelli non patrimoniali ossia d’affezione.

Nello specifico, il caso riguardava la morte del cane che era stato affidato in cura ad una clinica veterinaria da dove era scappato. Considerato il fatto che si trovava in pessime condizioni di salute, il mancato ritrovamento ne ha fatto presagire il decesso. I giudici hanno così emanato la condanna di risarcimento danni per la responsabilità della clinica, di aver omesso la vigilanza ed aver violato gli obblighi contrattuali. Il riconoscimento dei danni morali è avvenuta soltanto dopo molto tempo, a differenza di quelli patrimoniali.

Gli animali ritenuti membri della famiglia

Famiglia a spasso con Fido (Foto Pixabay)

Il successo per l’applicazione di questa legge è arrivato quando è stato stabilito che gli animali non possono essere più classificati come “cose da compagnia” ma come membri della famiglia, dunque esseri senzienti e di affezione.

Un cambio di prospettiva che si applica nel momento in cui un cane, un gatto o un qualsiasi altro animale da compagnia vengono investiti, uccisi o rubati.

Un grande successo per i padroni e gli animalisti che continuano a lottare per i loro diritti. Anche la legge è, finalmente, dalla parte dei quattro zampe.

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B.F.

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Benedicta Felice

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Benedicta Felice

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